12 settembre 2007

Aggiornamento caso "Italia 7"

Lussemburgo, 12 set. (Apcom) - “I giudici nazionali devono esaminare attentamente le ragioni addotte da uno Stato membro per ritardare l’assegnazione di frequenze ad un operatore che ha ottenuto diritti di radiodiffusione televisiva in ambito nazionale a seguito di una gara d’appalto e, se necessario, devono ordinare rimedi appropriati per garantire che tali diritti non rimangano illusori”. Lo afferma l’Avvocato generale della Corte europea di giustizia, Poiares Maduro, nelle sue conclusioni emesse oggi a Lussemburgo, sul caso Europa 7, l’emittente privata che aveva vinto nel ‘99 la gara pubblica per l’assegnazione delle frequenze televisive nazionali, ma che non ha mai avuto la possibilità di trasmettere perché le frequenze che dovevano esserle assegnate erano occupate da Rete 4.L’Avvocato generale, afferma che “qualora le norme nazionali non prevedano mezzi di tutela efficaci, il diritto comunitario esige che i giudici dello Stato membro provvedano non di meno ad evitare situazioni in cui sarebbe messa a repentaglio la piena efficacia delle norme comunitarie e sarebbe infirmata la tutela dei diritti da esse riconosciuti”. L’articolo 49 del Trattato comunitario, aggiunge inoltre, “richiede che l’assegnazione di un numero limitato di concessioni per la radiodiffusione televisiva in ambito nazionale a favore di operatori privati si svolga in conformità a procedure di selezione trasparenti e non discriminatorie, e che, inoltre, sia data piena attuazione al loro esito”.La sentenza della Corte di giustizia sul caso Europa 7 è attesa per i prossimi mesi. Nella maggior parte dei casi, la Corte segue le conclusioni del suo Avvocato generale.

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3 Comments:

Blogger jim said...

Ecco una lettera a Bertinotti, che ho trovato sul blog di Grillo, per la triste figura fatta ieri su rai 3, che condivido in pieno (uso un termine desueto: come si è imborghesito il Bevtinotti, direi quasi agnellizzato)
"E' così triste vedere come cambiano i discorsi da quando si fa campagna elettorale
a quando si arriva all'agognata poltrona. Caro signor Bertinotti....si ricordi che molti dei
vostri voti li avete ottenuti grazie ai lavoratori precari che pensavano ingenuamente
che le cose sarebbero cambiate. La folla è scesa in piazza perchè siamo stufi di essere
presi in giro. E invece di fare l'avvocato del diavolo faccia autocritica per prima cosa, ma fate
qualcosa davvero perchè se no rischiate davvero che la gente non venga più a votare nessuno
e questo nella migliore delle ipotesi. Un altra cosa. Basta ripensare al passato e a autodecantare
le proprie lodi....a noi se in fanciullezza Hitler era un bravo bambino non ce ne può fregare di meno,
ci importa di quello che è diventato. Le operaie la ringrazieranno forse. L'Italia di oggi si sente
presa in giro.
Manuela precaria da 5 anni alla asl di Nuoro che ha letto nel piano finanziario per la stabilizzazione dei precari un bel
"esclusi gli interinali..e tutti i lavoratori atipici"....che coerenza "

12 settembre, 2007 17:16  
Blogger jim said...

SCUSATE, MA DOVETE ASSOLUTAMENTE LEGGERE TRAVAGLIO, E' DI UNA LUCIDITA'SPAVENTOSA...SE SONO VERE LE COSE CHE DICE SIAMO PROPRIO IN MANO A DEI LESTOFANTI:
"Caro Beppe,
sono trascorsi pochissimi giorni dal V-day, e già bisognerebbe organizzarne un altro. Visto che la nostra classe politica, forse per la sua giovanissima età media, ha i riflessi pronti, la sua reazione allo tsunami di sabato è stata immediata. Veltroni e Prodi hanno piazzato Fabiano Fabiani, un giovanotto di 77 anni, nel consiglio d'amministrazione della Rai al posto del famoso berlusclone Angelo Maria Petroni. Lottizzavano gli altri, ora lottizzano loro: è il bipolarismo.
Fassino, segretario di un partito ormai disciolto, onde evitare di finire sulle panchine dei giardinetti, ha chiesto a Prodi un bel rimpasto di governo per aggiungere un ministero, possibilmente per sé (richiesta che persino Prodi ha giudicato irricevibile, osservando che il suo governo, formato da 103 membri fra ministri, viceministri e sottosegretari, è già il più bulimico della storia repubblicana e andrebbe semmai un tantino ridotto). Intanto D'Alema e Fassino, sempre per rispondere all'appello della piazza per una giustizia uguale per tutti, si autoassolvono con due "memorie" smemorate sul caso Unipol, chiedendo di fatto alla giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera di respingere al mittente la richiesta del gip Clementina Forleo di autorizzare l'uso giudiziario delle loro telefonate con i furbetti del quartierino: quelle che dimostrano la loro partecipazione alla scalata della Bnl da parte dell'Unipol. I due sostengono di non aver commesso alcun reato, il che rientra nel loro legittimo diritto di difesa. Ma poi si allargano un po', sostenendo che i reati li ha commessi la Forleo con un'ordinanza "illegittima", perché ha scritto che D'Alema e il suo fido senatore Latorre hanno commesso aggiotaggio e insider trading senza che la Procura avesse iscritto nessuno dei due sul registro degli indagati: dunque, se sui due non c'è un'inchiesta, non si vede perché autorizzare l'uso delle loro telefonate. Ma che spiritosi: la legge Boato del 2003 stabilisce che le telefonate intercettate in cui compare la voce di un parlamentare non possono essere usate dai giudici senza il permesso del Parlamento. Dunque la Procura di Milano non poteva indagare i due parlamentari Ds in base a telefonate che, non ancora autorizzate, è come se non esistessero. Per indagarli, ha bisogno di quell'autorizzazione. Ora D'Alema risponde che l'autorizzazione non va data perché lui non è indagato. Il ragionamento (si fa per dire) ricorda un famoso romanzo umoristico, "Comma 22", in cui un pilota dell'aeronautica militare si finge pazzo per chiedere l'esonero dai voli di guerra; ma il medico gli spiega che solo i pazzi effettuano i voli di guerra, dunque lui, essendo pazzo, è adattissimo a quelle missioni.
Ps: Tra i difensori di D'Alema compare anche l'avvocato Guido Rossi, lo stesso che, portando alla Procura di Milano una denuncia della banca olandese Abn Amro contro Fiorani, diede l'avvio all'inchiesta sulle scalate.Ora difende un "indagabile" in quell'inchiesta. Il suo caso ricorda un po' quello dell'avvocato Taormina, che chiese l'arresto della signora Franzoni per il delitto di Cogne, poi ne divenne il difensore e chiese l'arresto dei giudici che l'avevano arrestata. O il Rossi che difende D'Alema è Taormina travestito?" Marco Travaglio

13 settembre, 2007 10:12  
Anonymous Anonimo said...

mi ripeto: a quando una rivoluzione?

b.

13 settembre, 2007 15:37  

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