02 febbraio 2009

Contestazione Sgarbi Agrigento

AVEVO INSERITO QUESTO VIDEO L'8 GENNAIO 2009. IL RAGAZZO, GIUSEPPE GATI', GIOVANE EROE, CHE CONTESTA IL PREGIUDICATO SGARBI, E' MORTO SUL LAVORO...

8 Comments:

Blogger jim said...

"Stamattina Giuseppe Gatì è morto.
Incredibile, vero? Noi l’abbiamo visto con i nostri occhi e ancora non ci crediamo.
Giuseppe è morto mentre lavorava: era andato a prendere il latte da un pastore ed è morto fulminato mentre apriva il rubinetto della vasca refrigerante del latte. E’ morto dentro una bettola di legno, sporca.
E’ morto un amico, una persona pulita, con sani principi. Chi ha avuto modo di conoscerlo sa che raro fiore fosse.
Voleva difendere la sua terra, non voleva abbandonarla, era rimasto a Campobello di Licata, un paesino nella provincia di Agrigento che offre poco e dal quale è facile scappare. Lavorava nel caseificio di suo padre, con le sue “signorine”, le sue capre girgentane, che portava al pascolo. Era un ragazzo ONESTO, con saldi principi volti alla legalità e alla giustizia. Aveva fatto di tutto per coinvolgere i dormienti giovani Campobellesi, affinchè si ribellassero contro questa società sporca e meschina.
Era troppo pulito per vivere in mezzo a questo fetore e a questo schifo.
Aveva urlato “VIVA CASELLI! VIVA IL POOL ANTIMAFIA!” era stato anche criticato per questo, ma aveva smosso queste acque putride e stagnanti che ci stanno soffocando.
Era un ragazzo dolcissimo, dava amore, desiderava amore.
Suo padre oggi ha detto, distrutto dal dolore, in lacrime: “Sono sempre stato orgoglioso di mio figlio, anche se a volte ho dovuto rimproverarlo, solo perchè mi preoccupavo per lui. Ma sono orgoglioso di lui per tutto quello che ha fatto.” Giuseppe questo lo sapeva.
Anche noi, Alessia, Alice e tutti i suoi amici siamo orgogliosi di lui. Non sappiamo come esprimere il nostro dolore. Ancora non riusciamo a crederci.
Vi lasciamo con le sue parole:
'E’ arrivato il nostro momento, il momento dei siciliani onesti, che vogliono lottare per un cambiamento vero, contro chi ha ridotto e continua a ridurre la nostra terra in un deserto, abbiamo l’obbligo morale di ribellarci'."

02 febbraio, 2009 11:19  
Blogger jim said...

DAI COMMENTI AL BLOG DI GRILLO:

Buon Giorno a tutti vi posto un piccolo ritaglio di Anno Zero.....

Di Giulietto Chiesa:

...Ricorda, a chi non se ne fosse accorto, le parole di Lucia Annunziata ad Anno Zero: "ma qui siamo italiani e dobbiamo orientare il pensiero degli italiani".
Voce dal sen fuggita. Vale di più questa ammissione che tutto il resto dello spettacolo. Questo è il giornalismo italiano e la Annunziata, che vi ha fatto abbondante carriera (ed è certo che continuerà a farcela), ne è la bandiera.

Informare? Che c'entra? avrebbe detto Goebbels. Bisogna orientarle le masse.

Ho letto di recente una citazione di Giuseppe Fava, ucciso dalla mafia: "Il giornalista incapace per vigliaccheria, o per calcolo, si porta sulla coscienza tutti i dolori umani che avrebbe potuto evitare e le sofferenze e le sopraffazioni che non è stato capace di combattere".

Viene in mente un aforisma di Hans Magnum Enzensberger: "Ai tempi del fascismo non sapevamo di vivere ai tempi del fascismo".
Gaza è il nostro tempo, e noi non siamo capaci di dircelo.

Più chiaro di così...

Gabo Zanni 02.02.09 10:15|

02 febbraio, 2009 11:23  
Blogger Unknown said...

Giuseppe Gatì è morto sul lavoro, sta gentaccia del Parlamento non muore mai...
Mi fa rabbia dover immaginare la faccia sorridente di sgarbi quando saprà (se verrà informato) della morte di questo giovane. "Un altro rompicoglioni si è tolto dalle palle" questo penserà l'"onorevole" vittorio sgarbi.

02 febbraio, 2009 13:10  
Blogger jim said...

guarda, io condivido al 100 % quello che dici, ma forse è meglio che questa rabbia ce la teniamo per noi, ce n'è già abbastanza in giro.
Io sto cominciando a pensare che questo "muro contro muro", "noi contro loro", non ci porterà da nessuna parte, se non allo scontro violento, che io non auspico.
Io consiglio di diffondere le notizie e gli esempi di italiani come Gatì, che ha avuto il coraggio di dire quello che pensava, di gridare la sua indignazione, di cercare di svegliare la sua gente, sempre troppo "suddita" di potenti delinquenti.

02 febbraio, 2009 14:15  
Blogger jim said...

DAL SITO VOGLIOSCENDERE.IT:

Zorro
l'Unità, 30 gennaio 2009
di Marco Travaglio

A proposito di silenzi omertosi, anzi mafiosi: l’altroieri la Camera ha bocciato la mozione dell’opposizione Pd-Idv-Udc che chiedeva gentilmente al governo di “invitare alle dimissioni il sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino”, Pdl, accusato da sei pentiti del clan dei Casalesi (come ha rivelato una lunga inchiesta dell’Espresso) e indagato per camorra dalla Dda di Napoli, in quanto “lede gravemente non solo il prestigio del governo, ma anche la dignità del Paese”. La mozione era firmata dai capigruppo del Pd Antonello Soro, dell’Idv Massimo Donadi e dell’Udc Michele Vietti, oltreché dagli on. Sereni, Bressa, Ciriello e Garavini. Quest’ultima, una maestra elementare eletta con gl’italiani all’estero e dunque ignara di cose di mafia, ha illustrato la mozione in aula. Purtroppo però le astensioni e le assenze nelle file del Pd han superato quelle del Pdl e salvato l’ottimo Cosentino.

Mozione respinta con 236 no (Pdl più Lega), 138 sì e 33 astensioni. Decisivi dunque i 26 astenuti Pd (fra i quali Cuperlo, Madia e i radicali), i 47 Pd usciti dall’aula perlopiù solo per quella votazione e poi subito rientrati (compresi Enrico Letta, il ministro molto ombra della Giustizia Lanfranco Tenaglia e perfino Marina Sereni, firmataria della mozione stessa), i 22 Pd assenti ingiustificati (compresi D’Alema, Gentiloni e Veltroni, che sull’Espresso aveva chiesto le dimissioni di Cosentino) e i 2 Pd addirittura contrari (fra cui il tesoriere Ds Ugo Sposetti). Erano troppo impegnati a salvare le istituzioni repubblicane minacciate da un paio di migliaia di persone in piazza Farnese.

02 febbraio, 2009 14:16  
Blogger jim said...

DAI COMMENTI AL SITO DI GRILLO:

CHI SONO
Io sono il branco che stupra una ragazza, così per divertirsi.
Io sono quel branco, di che etnia ,non saprei..
Io sono il branco che si accalca per il linciaggio , io marchio il territorio e le donne italiane.
Io sono quello di Primavalle, che dopo una pasticca, assale una ragazza.
Io sono quello che offre la solidarietà al ragazzo di Primavalle, era in acque territoriali.
Io sono quello che intasa la casella della posta dell'onorevole Bernardini, che ha fatto un'ispezione nelle carceri ,dove vi è il branco stupratore.
Io sono quello che le dice "troia", stuprassero anche te"..
Io sono quello che non scrive al suo collega maschio D'elia, con cui ha effettuato l'ispezione, perchè la donna è colpevole due volte e poi con una donna è più semplice e dà più soddisfazione.
Io sono quello che appicca il fuoco ad una persona in stazione.
Io sono Maroni, che dice "non è razzismo, ma conseguenza dell'alcol", del resto che puoi fare dopo una bevuta se non dare fuoco ad un essere umano?
Io sono quello che se la ride sui lager e sulle donna italiane da violentare.
Ecco, sempre io, questa miseria.
Da qui devo ripartire..

Mauro Maggiora, Genova(Prè-Molo-Maddalena) 02.02.09 13:45|

02 febbraio, 2009 14:21  
Blogger jim said...

DAL SITO DI BENNY CALASANZIO:

Giuseppe Gatì, il ragazzo che ci aveva entusiasmato gridando in faccia a Vittorio Sgarbi quanto fosse indegno e vergognoso, è morto per un incidente sul lavoro. Uno stupido e maledetto incidente. Sto scrivendo per lui un articolo su Fuoririga. Intanto voglio condividere con voi una lettera che mi aveva scritto. La conserverò per sempre con gelosia, perchè è l'unica cosa che ho di un grande siciliano, che ricorderò ad ogni conferenza, ad ogni incontro, lo giuro.
P.S. Ho letto quanto raccontano di Giuseppe i suoi amici, del suo stile di vita, del suo amore fisico per la terra, per il suo lavoro a contatto con la natura. Io lo invidio profondamente per il coraggio che ha avuto. La cosa che mi rende felice è che la sua morte non lo cancellerà. Vivrà attraverso i nostri ricordi e la nostra voce. Facciamola sentire.
Caro Benny

Non ci conosciamo, mi chiamo Giuseppe, ho 21 anni e ti scrivo dalla provincia di Agrigento, piu' esattamente Campobello di Licata. Seguo spesso il tuo blog, ed apprezzo molto quello che scrivi.
Un po di tempo fa ho inviato questa mail a Piero Ricca.

Ero solo, indignato da questo modo di fare politica, e dall'atteggiamento di rasseganzione della nostra gente.
Dopo il mio post, tanti altri ragazzi del mio piccolo paesino si sono aggiunti alla mia rabbia e alla mia protesta.
Stavamo pensando di fare un giornalino di libera informazione, per scrivere quello che i media nazionali oscurano e censurano, di fare nomi e cognomi di chi sta distruggendo la nostra terra.
Putroppo in Italia c'è si la liberta' di stampa, ma se vuoi scrivere qualcosa devi avere le spalle coperte da un direttore che sia un giornalista iscritto all'albo.
Io volevo chiederti se fossi disposto ad assumerti questa responsabilita'.
Certo non ci conosciamo, e potresti anche dire chi me lo fa fare... . Io ti rispondo che potresti farlo per la tua terra, dalla quale sei lontano, per dare voce a tutti coloro che sempre piu' vanno via da qui per non farvi piu' ritorno.
Io voglio vivere nella mia Sicilia, voglio che i miei figli nascano e crescano tra l'odore dei limoni e il biancore dei mandorli in fiore...
Naturalmente saresti libero di scrivere anche tu , noi ragazzi crediamo in quest'iniziativa, crediamo che ancora qualcosa si possa fare.
Ed io nn mi tiro mai indietro, quindi anche se tu rifiuterai (comprensibilmente) la mia proposta, andro' avanti fino a quando non riusciro' a creare questo giornale libero, per dare voce ai veri SICILIANI...

Scusa per il disturbo...

Giuseppe Gatì

Caro Giuseppe,
la tua proposta mi fa onore. Non sono iscritto all'albo e forse non lo farò mai. Ma iniziate con un periodico resigtrato al tribunale, o ciclostilato in proprio... non serve un direttore.. e ogni tanto scriverei con piacere sul vostro foglio! Fatti sentire,
Benny
posted by Benny Calasanzio at 2/02/2009 12:24:00 PM 0 comments

02 febbraio, 2009 16:09  
Blogger jim said...

DAL SITO DI PIERO RICCA:

La notizia tristissima ci è giunta ieri sera: il nostro giovane amico Giuseppe Gatì non c’è più. Un assurdo incidente sul lavoro ce lo ha portato via in un istante. Ci aveva scritto per comunicarci il suo impegno, la sua voglia di non arrendersi. Lo abbiamo incontrato a Palermo poche settimane fa. Rimane il rimpianto per un ragazzo eccellente che avrebbe dato ancora molto alla sua terra e a tutti noi.
Le nostre più sentite condoglianze alla famiglia e ai suoi amici.
Piero e Franz

7 Aprile 2008
“Io ho deciso di rimanere qui, perchè non devo essere io ad emigrare per non “sporcarmi le mani” per cercare un lavoro, ma deve andare via chi questa terra l’ha martoriata.
Ho creato un piccolo spazio cartaceo che periodicamente metto in giro (volantini e manifesti) al quale ho dato il nome di QUI CAMPOBELLO LIBERA (il mio paese infatti si chiama Campobello di Licata in provincia di Agrigento).
Ancora sono il solo ad occuparmene, ma confido di risvegliare qualche bell’anima. Il mio spazio si occupa di informare i cittadini di ciò che i media nazionali oscurano o censurano: condannati in parlamento, leggi vergogna, inciuci ecc.
Ho già avuto i primi commenti negativi, ma non mi fermo qui. Questa è la mia terra e io la difendo.”
Giuseppe Gatì

02 febbraio, 2009 16:11  

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