05 maggio 2008

Opus Dei segreta




La recensione di IBS (Vedi sito qui)
Per la prima volta in Italia, in questo libro appassionante il giornalista dell’Arena di Verona, Ferruccio Pinotti, dà la parola alle persone che, spesso attraverso pesanti drammi personali, sono uscite dall’Opus Dei. L’autore ha avvicinato l’Opera frequentando gli incontri dell’organizzazione nella sua città, Verona, definita la “Pamplona d’Italia” per il grande potere detenuto dall’Opus Dei e “capitale” della finanza cattolica. Immergersi nella vita segreta di questa “chiesa nella chiesa”, fondata dal sacerdote spagnolo Escrivà de Balaguer nel 1928, che conta 85.000 membri in tutto il mondo, non è stato semplice. I centri nelle eleganti ville collegate da cunicoli sottostanti, le scuole di ogni ordine e grado affiliate, i club e le iniziative che ne sono emanazione, segnano la presenza dell’Opus Dei a Verona, a Roma e in tutte le grandi città italiane. E’ una rete capillare e silenziosa che si regge sugli sforzi di coloro che offrono tutta la loro esistenza all’Opera. Ferruccio Pinotti in questo libro dà voce a chi, tra mille difficoltà, è riuscito a uscirne. Persone che avevano compiuto “voto” di povertà, castità e obbedienza e che avevano ceduto tutti i propri beni all’organizzazione. Laici che dopo 10, 20, 30 anni di esistenza al servizio dell’Opera, ne escono senza una pensione, spesso senza un lavoro né una casa, private dei legami familiari e vittime di profondi sensi di colpa. Come Emanuela Provera, ex “numeraria” di Milano che racconta l’umiliante condizione della donna, l’uso del cilicio sulla coscia per due ore al giorno, la pratica del frustarsi le natiche o la schiena nuda il sabato. Soffrire, pregare, lavorare per l’Opus Dei: nella giornata di una giovane numeraria non c’è posto per altro. Spesso sono le adolescenti a venire arruolate, ragazze fragili che entrano nell’istituzione per la mancanza di una figura paterna. Coscienze deboli e immature, come quella di Amina Mazzali, di Firenze, che racconta nel libro la sua esperienza di quindicenne nell’Opus Dei, la mortificazione corporale, l’instillazione del senso di colpa, l’autoannientamento psicologico e il proselitismo esasperato che tutte le “numerarie” dovevano effettuare per reclutarne di nuove. Storie incredibili ma vere, da tutta Europa e anche dagli Stati Uniti e dal Sud America. Esperienze umane che Ferruccio Pinotti ha raccolto in queste pagine e che si aggiungono alle ricostruzioni dei legami strettissimi tra l’Opera e gli ambienti della politica, dell’alta finanza e del Vaticano, portandoci dentro una delle più potenti e controverse organizzazioni della Chiesa di oggi.
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CRONACA
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LEGGEREZZA DEL GIORNO
Il mondo si divide in buoni e cattivi. I buoni dormono meglio ma i cattivi, da svegli, si divertono molto di più.
> Woody Allen
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DIARIO PERSONALE
Oggi piove. Bel ponte del primo maggio, molto rilassante.

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5 Comments:

Anonymous Anonimo said...

TRATTO DAI COMMENTI AL LIBRO, SUL SITO DI IBS:

boysi boysi@interfree.it (05-04-2007)
Tutto vero, un fuoriuscito che solo adesso, dopo circa 20 anni si sta riprendendo la sua vita. Capisco chi dall'interno scrive quei commenti. Usano delle tecniche incredibili, il famoso piano inclinato, assorbi piano piano cose abberranti, ma a piccole dosi, non accorgendotene e dicendo che sei tu che le vuoi. Mi si accappona la pelle a quegli anni rubatemi. Scrivetemi se volete. Conservo ancora il cilicio e la frusta. Non posso scordare la sera che mi fu dato. E quello che mi fu detto.

05 maggio, 2008 15:14  
Anonymous Anonimo said...

andate a criticare la scelta degli ospiti per la puntata di exit dedicata agli inceneritori:

http://www.la7.it/blog/post_dettaglio.asp?idblog=ILARIA_DAMICO_-_
Exit_15&id=2249#commenti

05 maggio, 2008 16:27  
Anonymous Anonimo said...

uno dei commenti inseriti sul sito di La7:

# 13
Mi chiedo una cosa. In questa trasmissione verranno fuori i seguenti punti?:
1-non esiste il termine termovalorizzatore, è una invenzione per farlo sembrare una cosa...buona!
2-negli usa non costruiscono più inceneritori dal 1995.
3-Ultimo studio francese in cui si dimostra incremento spaventoso dei tumori.
http://www.cniid.org/espace_mailing/cp_20080402.htm
4- La FAO ha fortemente invitato gli stati a ridurre diossina prodotta specialmente da inceneritori. (inserto Salute de la repubblica di venerdì 2 maggio)
5- moltissimi ricercatori e studi provano la pericolosità degli inceneritori.
6- Pochi giorni fa, la commissione Ambiente del Parlamento europeo ha adottato il rapporto, redatto dalla deputata Caroline Jackson (Regno Unito, Popolari), sulla proposta di una nuova direttiva quadro sui rifiuti. Sono stati adottati emendamenti che NON fanno considerare gli inceneritori, indipendentemente dal loro grado di efficienza energetica, come una forma di recupero. Dovrà essere approvato a breve se non vincono le lobby degli affari sui cancri. Dipende anche da voi!!!!
7- Quando si bruciano 3 tonnellate di rifiuti, oltre ai fumi nocivi si producono anche una tonnellata di ceneri tossicissime che hanno grossi problemi di smaltimento. Li mandiamo in germania dove li smaltiscono nelle miniere di salgemma?
8- che gli inceneritori NON sono fonti alternative di energia, e che l'energia prodotta costa 8 volte di piu' e conviene solo perche' esiste il CIP6?
9- che con un riciclaggio spinto si spende molto di meno, si inquina molto di meno e si creano moltissimi posti di lavoro? mentre incenerendo, enormi risorse vanno in tasca ai soliti businessman lasciando sul territorio tumori e povertà!
10- che, come per l'amianto, smesso nel 1992, ma il picco di tumori si avrà nel 2015, cosi' per la diossina gli effetti saranno tardivi. Prendiamo esempio da altre nazioni che sono partite prima e ora lo stanno scoprendo!
....
Per favore, avete una coscienza? Non si parla qui di corruzione o gente che ruba lo stipendio, si parla di salute e nemmeno tanto la mia ma quella dei miei figli!!
scritto da carmine d il 05/05/2008

05 maggio, 2008 16:32  
Anonymous Anonimo said...

Il post di oggi mi ha incuriosito molto, credo che comprerò questo libro.
ciao

05 maggio, 2008 16:38  
Anonymous Anonimo said...

UN ARTICOLO DI MARCO TRAVAGLIO SUL NUOVO PRESIDENTE DEL SENATO :

Ora d'aria
l'Unità, 1 maggio 2008

Questa sera sono a Crozza Italia su La7 alle 21.30

Chiedendo scusa per il disturbo, senza voler guastare questo bel clima di riverenze bipartisan al neopresidente del Senato Renato Schifani, vorremmo allineare qualche nota biografica del noto statista palermitano che ora troneggia là dove sedettero De Nicola, Paratore, Merzagora, Fanfani, Malagodi e Spadolini. Il quale non è omonimo di colui che insultò Rita Borsellino e Maria Falcone (“fanno uso politico del loro cognome”, sic) perché erano insorte quando Berlusconi definì i magistrati “disturbati mentali, antropologicamente estranei al resto della razza umana”: è proprio lui. Non è omonimo dell’autore del lodo incostituzionale che nel 2003 regalò l’impunità alle 5 alte cariche dello Stato, soprattutto a una, cioè a Berlusconi, e aggredì verbalmente Scalfaro in Senato perché osava dissentire: è sempre lui.

L’altroieri la sua elezione è stata salutata da un’ovazione bipartisan, da destra a sinistra. Molto apprezzati il suo elogio a Falcone e Borsellino e la sua dichiarazione di guerra alla mafia. Certo, se uno evitasse di mettersi in affari con gente di mafia, la lotta alla mafia riuscirebbe meglio. Già, perché - come raccontano Abbate e Gomez ne “I complici” (ed. Fazi) - trent’anni prima di sedere sul più alto scranno del Parlamento, Schifani sedeva nella Sicula Brokers, una società di brokeraggio fondata col fior fiore di Cosa Nostra e dintorni. Cinque i soci: oltre a Schifani, l’avvocato Nino Mandalà (futuro boss di Villabate, fedelissimo di Provenzano); Benny D’Agostino (costruttore amico del boss Michele Greco, re degli appalti mafiosi, poi condannato per concorso esterno); Giuseppe Lombardo (amministratore delle società dei cugini Nino e Ignazio Salvo, esattori mafiosi e andreottiani di Salemi arrestati da Falcone e Borsellino nel 1984). Completa il quadro Enrico La Loggia, futuro ministro forzista. Nei primi anni 80, Schifani e La Loggia sono ospiti d’onore al matrimonio del boss Mandalà. All’epoca, sono tutti e tre nella Dc. Poi, nel 1994, Mandalà fonda uno dei primi club azzurri a Palermo, seguito a ruota da Schifani e La Loggia. Il boss, a Villabate, fa il bello e il cattivo tempo. Il sindaco Giuseppe Navetta è suo parente: infatti, su richiesta di La Loggia, Schifani diventa “consulente urbanistico” del Comune perché - dirà La Loggia ai pm antimafia - aveva “perso molto tempo” col partito e aveva “avuto dei mancati guadagni”.

Il pentito Francesco Campanella, braccio destro di Mandalà e Provenzano, all’epoca presidente del consiglio comunale di Villabate in quota Udeur, aggiunge: “Le 4 varianti al piano regolatore… furono tutte concordate con Schifani”. Che “interloquiva anche con Mandalà. Poi si fece il piano regolatore generale… grandi appetiti dalla famiglia mafiosa di Villabate. Mandalà organizzò tutto in prima persona. Mi disse che aveva fatto una riunione con Schifani e La Loggia e aveva trovato un accordo: i due segnalavano il progettista del Prg, incassando anche una parcella di un certo rilievo. L’accordo che Mandalà aveva definito coi suoi amici Schifani e La Loggia era di manipolare il Prg, affinché tutte le sue istanze - variare i terreni dove c’erano gli affari in corso e penalizzare quelli della famiglia mafiosa avversaria - fossero prese in considerazione dal progettista e da Schifani… Il che avvenne: cominciò la stesura del Prg e io partecipai a tutte le riunioni con Schifani” e “a quelle della famiglia mafiosa, in cui Schifani non c’era”.

Domanda del pm: “Schifani era al corrente degli interessi di Mandalà nell’urbanistica di Villabate?”. Campanella: ”Assolutamente sì. Mandalà mi disse che aveva fatto questa riunione con La Loggia e Schifani”. Il tutto avveniva “dopo l’arresto di Mandalà Nicola”, cioè del figlio di Nino, per mafia. Mandalà padre si allontana da FI per un po’, poi rientra alla grande, membro del direttivo provinciale. E incontra Schifani e La Loggia. Lo dice Campanella, contro cui i due forzisti hanno annunciato querela; ma la cosa risulta anche da intercettazioni. Nulla di penalmente rivelante, secondo la Dda di Palermo. Nel ‘98 però anche Mandalà padre finisce dentro: verrà condannato in primo grado a 8 anni per mafia e a 4 per intestazione fittizia di beni. E nel ‘99 il Prg salta perché il Comune viene sciolto per infiltrazioni mafiose nella giunta che ha nominato consulente Schifani. Miccichè insorge: “E’ una vergognosa pulizia etnica”. Ma ormai Schifani è in Senato dal 1996. Prima capogruppo forzista, ora addirittura presidente. Applausi. Viva il dialogo. Viva l’antimafia.

05 maggio, 2008 16:56  

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