29 luglio 2009

V.I.T.R.I.O.L.


Articolo tratto da questo sito:
V.I.T.R.I.O.L. “Visita Inferiora Terrae Rectificandoque Invenies Occultum Lapidem” “Penetra nelle viscere della Terra e, percorrendo il retto sentiero, scoprirai la pietra che si cela ai tuoi occhi”. L’acrostico Ermetico, raffigurato così abilmente da Basilio Valentino, si propone allo sguardo ansioso del Recipiendario nello stesso momento in cui, spogliato del denaro e dei metalli, prepara se stesso al distacco della vita profana. V.I.T.R.I.O.L. spicca a lettere d’oro sulla parete nera del Gabinetto di Meditazione sovrastando i Simboli di morte come un misterioso messaggio. Visita Inferiora Terrae: l’uomo, materia prima o pietra grezza, deve agire sulla parte più pesante che lo imprigiona. Instancabilmente, indagando senza pietà nelle pieghe più profonde del suo Sé, quasi alla soglia dell’Inferno dantesco, ove tutto è angoscia e paura, opererà, seguendo esattamente il procedimento dell’Alchimista, la separazione del puro dal misto. L’essere umano è un paradosso, sostengono gli esponenti del pensiero moderno. Non hanno tutti i torti, Accoglie in sé Materia e Spirito, la cui simbiosi è causa di drammatici conflitti in un continuo susseguirsi di momenti contrastanti. Il dolore si presenta, nella dimensione umana, come unica soluzione alla crisi esistenziale che lo tormenta. Le ferite che egli porta sul suo stesso corpo sono laceranti e liberatrici ad un tempo. Rectificando: nel crogiolo, la trasmutazione continua. La pietra grezza subirà un secondo intervento ad opera dell’acqua. La soluzione o diluizione del misto: il dissolvimento delle sue impurità. L’acidità del dubbio e delle contraddizioni che si sviluppano, gli impone una scelta. In realtà si tratta di un combattimento che ogni sforzo possibile nel tentativo di comporre due opposte forze essenziali nella ricerca dell’equilibrio. Invenies occultum lapidem: i Liberi Muratori non aspirano all’oro degli Alchimisti, né al dominio dei segreti della Natura, né all’elisir di lunga vita. Il fuoco centrale dei massoni è riposto nella Stella a cinque punte che s’innalza splendente sopra il Trono del Maestro. La lettera “G” incisa su di essa indica Virtù Generatrice e Geometria. Tutto ciò che è fatto nei nostri Templi deve essere geometricamente perfetto. La forza della dottrina massonica, che ha superato periodi di gloria e di soffocamento senza scalfirsi nella sua essenza profonda, è data dal fatto che essa assume un linguaggio comune per la specie umana. E che questo linguaggio è fatto per “chi ha orecchi per intendere”. Ed a costoro è dato percepire ciò che ad altri sfugge senza rimedio. Perché una è la via della Conoscenza, della scoperta e dell’affinamento (Rectificando) profondo di sé medesimo (Visita Interiora Tua) e della risonanza col TUTTO (Invenies Occultum Lapidem). L’interpretazione, quindi del termine V.I.T.R.I.O.L. deve seguire una duplice strada: la prima in senso alchemico per chiarire ciò che ha a che fare con il vetriolo con gli altri scritti e simboli del Gabinetto di Riflessione; la seconda in senso filosofico per cercare di spiegare il significato della frase che si legge nel disegno, mettendola in relazione con gli elementi costitutivi dell’uomo. La scritta VITRIOL nel Gabinetto di Riflessione sta fra i simboli alchemici del sale e dello zolfo, simboleggianti rispettivamente, il primo, il principio di ogni corporeità, la materia prima del nostro mondo, ed il secondo, lo spirito, tra il corpo e la mente. VITRIOL sta quindi tra la materia e lo spirito, tra il corpo e la mente; la sua azione dissolvente e trasformatrice tende a distruggere il corpo, la materia, per trasformarli nello spirito, nella mente. Gli alchimisti tra i quali Basilio Valentino, furono scienziati e filosofi che, per necessità di difesa, dovettero circondare la loro azione con un linguaggio ermetico, basato su simboli, allegorie e formule incomprensibili ai non iniziati; perché essi erano degli Iniziati, che continuarono a lavorare per la realizzazione della Grande Opera, cominciata molti secoli prima, da Ermete Trismegisto, considerato il più grande saggio di tutti i tempi, fondatore della religione egiziana ed il primo filosofo che insegnò le scienze occulte, cioè la conoscenza dell’uomo, della natura, di DIO. L’alchimia fu lo scudo dietro il quale essi si ripararono per non incorrere nelle magie sempre più fitte della repressione della Chiesa di Roma. Nel clima di persecuzione, instaurato dopo l’anno Mille, i seguaci delle scuole iniziatiche risolsero di proseguire la lotta contro il Papato, oppressore della libertà di pensiero, di ricerca scientifica e di ricerca delle verità che fossero in contrasto con i dogmi che gradualmente venivano proclamati. Molti iniziati entrarono nelle corporazioni dei costruttori dei templi, altri trovarono rifugio nei monasteri, altri ancora, forniti di disponibilità economiche, si ritirarono nel silenzio delle loro torri e ville isolate, rinnovando in segreto le antiche iniziazioni sotto il nome di Ermetismo. Ermetismo, ufficialmente, significava ricerche alchemiche; ma in realtà gli iniziati studiavano alla luce della Gnosi, dichiarata eresia, i manoscritti del passato salvati dalle distruzioni, e le fasi dei delitti commessi dal Papato, con la soppressione degli ordini cavallereschi ed iniziatici e con la distruzione di intere biblioteche. Visita interiora Terrae: è la prima fase, un invito che diventa imperativo alla ricerca interiore, è il “conosci te stesso”. Un uomo che conosce perfettamente se stesso conosce tutta la natura e si conquista dei poteri che in lui erano latenti. Rectificando: è la seconda fase, l’azione risanatrice, lavoro potente e costante la cui riuscita è riservata agli animi forti e sinceri. Nel simbolismo muratorio esso corrisponde alla paziente levigazione della pietra Tramite questa opera di purificazione avviene la rigenerazione dell’uomo, spirituale, animica e fisica. Nella Divina Commedia questa fase risanatrice che monda dalle brutture l’essere umano è simbolizzata nel “Purgatorio” e Dante, giunto al termine di questo secondo viaggio dice di essere: Rifatto sì, come piante novelle Rinnovellate di novella fronda Puro e disposto a salire alle stelle. Non altrimenti suonano le parole di Gesù di Nazareth nel colloquio con Nicodemo: “In verità ti dico che se uno non nasce di nuovo, non può vedere il Regno di DIO”. L’uomo è un microcosmo nel quale sono potenzialmente, o in embrione, contenuti tutti i poteri, le essenze, i principi e le sostanze del macrocosmo. Qualunque cosa che appartenga alla sua costituzione può svilupparsi, crescere e trasformarsi. VITRIOL compare nel Gabinetto di Riflessione quando simbolicamente l’uomo è già nel cuore della terra, è solo con se stesso e sta attuando quel processo di trasformazione che lo renderà alla nuova vita massonica. La visita che egli è esortato ad effettuare è sia una visita all’interno di se stesso per meglio conoscersi, sia una visita all’interno delle cose per meglio conoscere e struttura ed essenza. In altre parole l’uomo si deve porre in armonia con la materia, con la natura: tramite questa armonia e sintonia fra se stesso e la materia avviene la trasformazione di entrambe le cose. Questo è il metodo che l’alchimista usava per procedere sulla strada della iniziazione ed è questa eredità che la Massoneria ha inteso raccogliere scrivendo V.I.T.R.I.O.L. nel Gabinetto di Riflessione. E’ su questa duplice strada che vorremmo attirare l’attenzione: la possibilità e il dovere che ha l’uomo massone di conoscere se stesso e di conoscere l’essenza delle cose, di trovare quelle leggi universali che regolano ogni tipo di vita e la cui scoperta porta al possesso della “pietra filosofale”, alla trasmutazione dei metalli vili in oro ed alla partecipazione attiva ed armonica con le forze della creazione. La visita all’interno della terra, sia che si intenda con questo termine “se stesso”, sia che s’intenda l’elemento naturale, implica in ogni caso la conoscenza successiva e la possibilità da parte dell’uomo di operare sulle forse primordiali rettificando gli elementi stessi. In sintesi V.I.T.R.I.O.L. rappresenta nel sistema alchemico l’operazione al nero, cioè la prima morte trasformata nella morte cosciente e l’automatica autorigenerazione di un veicolo materiale più perfetto e atto a permettere un agile cammino sulla strada iniziatica. Si tratta di un’autodistruzione e di un’autorigenerazione che presentano molti pericoli, il più grave dei quali potrebbe essere la dispersione delle forze che compongono l’individualità dell’uomo. Gli egiziani mettevano anche in guardia in questa operazione, l’anima poteva venir assalita dai 42 Dei che l’avrebbero fatta a pezzi con i coltelli. “O voi che avete l’intelletti sani mirate la dottrina che s’asconde sotto il velame delli versi strani.” (Dante Alighieri)
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Magari uno rimpiange di aver perso qualcosa, e l'ha perso solo per trovare di meglio.
> Andrea De Carlo
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1 Comments:

Blogger Unknown said...

Finalmente, è tornato il vecchio blog(ger)

31 luglio, 2009 08:52  

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