09 luglio 2007

L'ijime



LO "IJIME" GIAPPONESE CORRISPONDE AL "BULLISMO-OSTRACISMO".
CHI DI VOI HA SUBITO DA ADOLESCENTE, IN VARIO MODO, ATTI DI BULLISMO OPPURE NON HA REAGITO DAVANTI A CASI DI BULLISMO?
I RECENTI CASI DI CRONACA SCOLASTICA, CON ANNESSI VIDEO SU YOUTUBE, IO LI HO VISSUTI IN PRIMA PERSONA, DALLE SCUOLE MEDIE IN POI. (SOPRATTUTTO NELLE VESTI DEL VESSATO, MA A VOLTE ANCHE COME VESSATORE O COME SPETTATORE CHE NON INTERVIENE).
(VALE QUI RICORDARE AL LETTORE IL MOTIVO PRINCIPALE DEL BULLISMO : "L'atteggiamento del bullo nei confronti del più debole o dei più deboli ha cause che spesso risiedono nell'invidia nei confronti delle vittime, invidia alimentata da un forte complesso adleriano d'inferiorità. Uno studente brillante, o con una famiglia molto agiata, è vittima del bullo che dimostra la sua superiorità nell'evidenziare i difetti fisici e/o caratteriali della vittima e renderla quindi inferiore, il tutto a vantaggio di una presunta, sconcertante ed irreale gratificazione. Principali vittime del bullismo sono, secondo gli studi più tradizionali che incentrano l'attenzione sulle caratteristiche individuali, gli studenti di grossa corporatura e/o con i tipici tratti facciali da secchione (occhiali, pettinatura ordinata, abiti sobri), subito riconoscibili, o dal linguaggio molto educato e povero delle naturali inflessioni dialettali.)
************************************
L'ijime (いじめ o, meno comunemente, 苛め) è un fenomeno sociale giapponese grossomodo corrispondente a quello che in italiano viene chiamato bullismo nella forma specifica di ostracismo (bullismo ostracizzante o bullismo di esclusione).
Il termine è un sostantivo derivato dal verbo ijimeru (いじめる), letteralmente "tormentare", "perseguitare", ed è usato per identificare un particolare tipo di violenza scolastica. Si tratta di ijime quando un gruppo più o meno ampio di studenti identifica tra i compagni di classe un individuo solitamente incapace di reagire, e quindi lo sottopone sistematicamente a pratiche vessatorie e disumanizzanti per periodi prolungati di mesi, o anche anni, con il silenzio complice dell'intera classe, quando non degli insegnanti. Diversi casi hanno visto gli insegnanti stessi incoraggiare o partecipare all'ijime.
CONTINUA A LEGGERE QUI
******************************************************
CRONACA
*****************************************************
LEGGEREZZE DEL GIORNO
"Per una donna mi butterei anche nel fuoco. Ma dopo di lei".
> Roberto Gervaso

Oh, sei in analisi"."Sì da 15 anni". "15 anni?". "Sì, adesso gli dò un altro anno di tempo e poi vado a Lourdes".
> Woody Allen

Qual è la città più pulita al mondo? È Berna, in Svizzera. Pensate, È così pulita che i proprietari di cani, quando vanno per strada con il proprio animale, oltre a raccogliere la sua popo' con la paletta, raccolgono anche la sua pipì, con la cannuccia.
> Daniele Luttazzi

Ho visto un fiore e l'ho preso, ho visto una farfalla e l'ho presa, c'era lì anche un'Alfa 33 e c'era su uno stereo, ho preso anche quello.
> "Mago Oronzo" (Raul Cremona)
**********************************************************
DIARIO PERSONALE
Week-end tranquillo. Mare e amici, sonno e famiglia.

Etichette: ,

2 Comments:

Blogger jim said...

Uliwood Party Servizietti (poco) segreti di Marco Travaglio

Berlusconi fa sapere che, con le spiate del Sismi nominato dal governo Berlusconi, Berlusconi non c’entra. Del resto, se anziché spiare i terroristi islamici e nostrani, i mafiosi, i camorristi e gli ’ndranghetisti, il duo Pompa&Pollari spiava magistrati, politici d’opposizione e giornalisti ritenuti ostili a Berlusconi, chi mai potrebbe sospettare che lo facesse per conto di Berlusconi? È vero, i dossier di Spio Pompa su Prodi finivano dritti e filati su Libero per la firma di Renato Farina, intervistatore di fiducia di Berlusconi stipendiato dal Sismi. Ma Berlusconi non c’entra. I dossier su inesistenti vertici a Lugano tra magistrati italiani e stranieri ansiosi di arrestare Berlusconi finivano su Panorama di Berlusconi, sul Foglio di Berlusconi e sul Giornale di Berlusconi per la penna di Lino Jannuzzi, senatore del partito di Berlusconi, ma Berlusconi non c’entra. Pompa e Pollari maneggiavano dossier sulla Telekom Serbia che foraggiavano l’omonima commissione creata da Berlusconi per dimostrare la corruzione degli oppositori di Berlusconi, ma Berlusconi non c’entra. Le teorie sul planetario complotto mediatico-giudiziario ai danni di Berlusconi formulate chez Pompa venivano copiate pari pari e rilanciate da Berlusconi, ma Berlusconi non c’entra. I giornalisti che scrivevano cose turpi (e dunque vere) su Berlusconi venivano pedinati da uomini del Sismi a spese dei contribuenti, ma Berlusconi non c’entra. Nei dossier di via Nazionale si progettava di «disarticolare con mezzi traumatici» i magistrati che indagavano su Berlusconi e i suoi cari, ma Berlusconi non c’entra. Pompa nel 2001 scriveva a Berlusconi: «Sarò, se Lei vorrà, il Suo uomo fedele e leale… Desidero averLa come riferimento e esempio ponendomi da subito al lavoro. Un lavoro che vorrei concordare con Lei quando potrò, se lo riterrà opportuno, nuovamente incontrarLa… Insieme a don Luigi (Verzè, ndr) voglio impegnarmi a fondo, com’è nella tradizione contadina della mia famiglia, nella difesa della Sua straordinaria missione che scandisce la Sua esistenza», ma Berlusconi non c’entra. In un paese decente, per molto meno, si parlerebbe di regime, tantopiù se si associa il caso Sismi a quanto sta emergendo sulla «macelleria messicana» del G8 di Genova («uno a zero per noi!», esultava nel 2001 un poliziotto dopo la morte di Carlo Giuliani) e chi ha avuto responsabilità anche solo politiche in questi sporchi affari andrebbe ipso facto a casa, o forse in luoghi meno ospitali. Invece da noi la parola «regime» è stata per 5 anni vietata dalla stessa sinistra (dava l’«orticaria», come ben ricorda Furio Colombo) e non si dimette nessuno. La classe politica, salvo rare eccezioni, guarda a questi scandali con annoiata sufficienza. Poi c’è qualche furbastro trasversale che coglie la palla al balzo per varare la tanto sospirata commissione d’inchiesta sulle intercettazioni. Naturalmente le deviazioni istituzionali del Sismi non c’entrano: le intercettazioni non le fa il Sismi, ma i magistrati, che proprio grazie alle intercettazioni hanno scoperto i dossieraggi e le complicità dei vertici del servizio militare in un sequestro di persona, prima che il governo opponesse un inesistente segreto di Stato e bloccasse il processo. Non facciano i furbi: la commissione sulle intercettazioni non è contro i dossieraggi illegali, è contro i magistrati che applicano le leggi. Semmai, se le commissioni servissero a qualcosa, ne andrebbe creata una sulle imprese del Sismi e degli altri apparati di spionaggio abusivi con copertura istituzionali, come quello di Telecom. Invece abbiamo indagato per 5 anni su Mitrokhin, cioè sullo spionaggio sovietico, tema senz’altro stimolante se non avessimo in casa due o tre centrali di spionaggio italiano. Ma il tema non appassiona nessuno, a parte la magistratura, ostacolata in ogni modo. Sarebbe interessante conoscere il parere degl’intellettuali “liberali” che ogni due per tre intasano le prime pagine per denunciare le «invasioni di campo» della magistratura nella politica e nella privacy dei cittadini inermi. Che ne dicono delle invasioni di campo del Sismi nella politica e nella libera informazione, spiate a spese dei contribuenti addirittura nei pubblici convegni e nelle presentazioni di libri? Come si chiamano i posti in cui avvengono queste cose, se non regimi? I Panebianchi, gli Ostellini, i Galli della Loggia e altri liberali a 24 carati staranno preparando articoli di fuoco sull’argomento. Speriamo pure di leggerli, prima o poi.



L’Unità, 7 luglio 2007

09 luglio, 2007 17:09  
Anonymous Anonimo said...

Per i bulletti:
scrivete alla lavagna "SONO UN IDIOTA" per 100 volte.
Almeno i prossimi 15-20 minuti non rompete le balle a nessuno.

b

10 luglio, 2007 15:00  

Posta un commento

<< Home