04 giugno 2008

Giocala (Vasco Rossi)



Giocala (Vasco Rossi)

Che cosa c'è
ti sei pentita
vorresti ritornare indietro e dirgli cosa
che sei cambiata
che sei diversa
che in questi quattro soli giorni sei cresciuta!
Ma c'è qualcosa che ti frena
si chiama orgoglio quello che ti frega!
Corri e fottitene dell'orgoglio
ne ha rovinati più lui che il petrolio
ci fosse anche solo una probabilità
giocala...giocala...giocala
giocala...giocala...giocala!
Ma c'è qualcosa che ti frena
certo è il tuo orgoglio
che, che ti frega!
Corri e fottitene dell'orgoglio
ne ha rovinati più lui che il petrolio
ci fosse anche solo una probabilità
prendila...prendila...prendila
prendila...prendila...prendila
prendila!!!
Che cosa c'è
ti sei pentita
vorresti ritornare indietro e dirgli cosa
che sei cambiata
che sei diversa
che in questi quattro soli giorni sei cresciuta!
Ma c'è qualcosa che ti frena
è sempre il solito orgoglio che ti frega!
Corri e fottitene dell'orgoglio
ne ha rovinati più lui che il petrolio
ci fosse anche solo una probabilità
giocala...giocala...giocala...
prendila...prendila...prendila...
prendila!!!
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DA LEGGERE
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LEGGEREZZA DEL GIORNO
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DIARIO PERSONALE
Stanotte ho dormito 3 ore.

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2 Comments:

Blogger jim said...

DAL BLOG DI PIERO RICCA:

Abbiamo bisogno di riflessioni profonde, capaci di andare al di là della cronaca. Questa esigenza è tanto più forte quanto più la cronaca testimonia una realtà desolante. Appena possibile metteremo sul blog una sezione dedicata ai migliori contributi di analisi e approfondimento della stampa italiana. Inizio oggi con questa riflessione del costituzionalista Gustavo Zagrebelsky, pubblicata il 26 maggio su Repubblica. L’integrale dell’articolo lo trovate QUI. Di seguito un estratto.

“Non c’ è bisogno di maestri in questa democrazia, ma di ideologi, di comunicatori, di propagandisti o di pubblicitari, cioè di quelle false maestre (televisione, pubblicità, moda, ecc.) di cui s’ è detto. Esse non creano tensione, allontanano da noi l’ inquietudine del dubbio, ci fanno credere che ciò che siamo sia anche ciò che non possiamo non essere, che dove siamo non possiamo non essere. Ci fanno stare in pace con noi stessi, perché ci privano della coscienza di noi stessi e ci trasformano da soggetti in oggetti. I maestri non esistono se non ci sono discepoli. Non sono i maestri a creare i discepoli, ma i discepoli a creare i maestri. Quando tra noi, potenziali discepoli, incominciano a porsi domande di senso ed esigenze di ethos, allora possono comparire i maestri. Questo - porre domande inevase e far valere esigenze insoddisfatte - è il compito di chi crede che valga la pena di impegnarsi per una democrazia con gli occhi aperti su se stessa e sul suo futuro, cioè per una forma di convivenza che coltivi l’ inquietudine non come un vizio, ma come una virtù”.

04 giugno, 2008 15:54  
Blogger jim said...

DAL SITO VOGLIOSCENDERE.IT:

Nell’orribile Italia che ci respira accanto almeno due persone hanno ottenuto un salvacondotto che li mette al riparo da qualunque conseguenza generino le loro parole e le loro azioni: il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il suo ministro Umberto Bossi. Possono dire e disdire, fare e disfare, come a nessun altro è consentito: elogiare i mafiosi e Putin, invocare i fucili e la secessione.

Oppure aizzare l’intero Paese contro i Rom e i campi nomadi. Come se davvero nell’Italia governata per un terzo dalla grande criminalità, la ‘ndrangheta, la mafia siciliana e la camorra - che sovrintendono il traffico di droga, di armi, di capitali occulti, di esseri umani, della prostituzione, degli schiavi dell’elemosina, l’estorsione ai commercianti e agli imprenditori, il controllo dei cantieri, degli appalti e dei rifiuti - il problema che quotidianamente ci affligge sia davvero quello: i furti in appartamento, la sporcizia dei campi nomadi, l’aggressività dei piccoli zingari per strada. E che per arginare questa emergenza (non quella della Locride o di Scampia o dell’economia malavitosa che investe in Borsa) vengano nominati commissari ad hoc con il compito di ripulire, sradicare, disinfestare. In un furore d’ordine, ma in realtà di tremori contro le persone diverse da noi, che sta avvelenando l’Italia e gli italiani.

Dicono gli imperturbabili commentatori della politica (sempre eccellenti a spiegare il già avvenuto) che è poi la vita minuta di quartiere con gli inciampi e le difficoltà di tutti i giorni quella che orienta la scelta degli elettori. I quali se ne fregano della mafia russa e dei padrini calabresi, purché qualcuno allestisca (o prometta) la forca per chi gli ha appena rubato il portafoglio. Non averlo capito in tempo, dicono, ha perduto la sinistra, disarmandola.

Che sia solo questo, guardando le facce inconsapevoli dei leader di sinistra, io ne dubito assai. Mi domando semmai a quale destino si siano arresi, a quale salvacondotto personale aspirino i commentatori della politica, pensando simili pensieri.

04 giugno, 2008 15:57  

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