17 dicembre 2007

Recenzione ai due spettacoli su Jim Morrison



(Locandina dello spettacolo "The other side" che ho visto ieri al Teatro Stanze Segrete a Roma)
In questo fine settimana ho visto due spettacoli teatrali incentrati sulla figura di Jim Morrison, è stata una bella esperienza che mi ha arricchito molto; la mia passione per Jim mi porta sempre in mondi affascinanti e pieni di arte e cultura. Che bella cosa è stata scoprire quest' uomo!
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MIA RECENZIONE DELLO SPETTACOLO DI IERI, 16.12.2007 ("The other side"):
Sono stato allo spettacolo domenica.
Il teatro in realtà era una grande stanza in un affascinante palazzetto antico di Trastevere. Una cornice davvero particolare.
L’attore, Luigi Marangoni, è stato eccezionale. La sua intenzione era di incarnare lo spirito e l’anima dei due poeti e, chi ha letto Rimbaud e Jim Morrison ed ha visto lo spettacolo, sa che è riuscito ad evocare la loro anima ed a far venire i brividi a tutti gli spettatori.
Solo lui in scena, a rappresentare il momento in cui Rimbaud, scrivendo “Una stagione all’ Inferno”, sostanzialmente, abdica al suo ruolo di “Veggente”, preso dalla stanchezza e dallo sconforto di una ricerca che porta solo sofferenza.
Parallelamente l’attore fa materializzare Jim, di spalle, mentre recita le cupe ed evocative parole di “The End”.
In realtà questo spettacolo, a differenza di quello di venerdì, non si può tanto descrivere a parole, si può solo dire che l’attore è stato bravo perché è riuscito, almeno io parlo per me, a farci entrare nella mente tormentata dei due poeti, ed a risvegliare nella mia anima il ricordo di quei momenti della mia giovinezza in cui anche io avevo ancora la forza di cavalcare i demoni e di lanciarmi a perdifiato nelle vallate infiammate della ricerca dolorosa della Verità e dello Spirito Assoluto.
Anche io, come penso tante persone, ho vissuto questi momenti di esaltazione-sgomento davanti alla visione dell’Assoluto, ma loro, i nostri amati Poeti-Sciamani-Veggenti, hanno avuto la capacità di descrivere, con somma perfezione, quello che hanno visto ed hanno sacrificato la loro stessa vita per potercelo raccontare.
Sono contentissimo di aver visto tra venerdì e domenica, a Roma, due bellissimi spettacoli teatrali incentrati sulla figura di Jim Morrison, non solo come sex simbol ma soprattutto ponendo l’accento sulla sua attività intellettuale ed ideologica.
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MIA RECENZIONE DELLO SPETTACOLO DEL 14.12.07 ("Jim Morrison - The Doors")
Sono stato allo spettacolo venerdì.
I tre giovani attori, in una scenografia insolita ed essenziale, hanno messo in scena un dialogo tra tre dei componenti dei Doors (Jim, John e Ray).
L’attore che impersonava un barbuto ed esausto Jim mi ha ricordato una delle ultime foto di Jim, seduto e con lo sguardo perso ed arreso.
Lo spettacolo mi è piaciuto molto perché fotografava bene lo scollamento ideologico degli ultimi anni tra Jim e gli altri componenti del gruppo.
Jim, poeta ribelle e rivoluzionario, sensibile alla realtà socio-politica circostante, era prostrato dall’atmosfera cupa da fine di un sogno, quello di cambiare velocemente il mondo, e si chiudeva sempre più in se stesso; gli altri componenti, tra cui soprattutto il freddo Ray, invece, cercavano di tenere su la baracca “Doors”, cercando di stimolare Jim ad inventare musica che potesse essere capita e “vendibile”, che, sostanzialmente, fosse accettabile per il “sistema discografico”.
Sappiamo purtroppo come andò a finire.
Jim, un idealista come ce ne sono pochi, decise di mollare i Doors, e morì, solo, a Parigi; gli altri si sono sforzati di far sopravvivere il ricordo dell’esperienza Doors ed ancora oggi i loro dischi, libri e quant’altro, vendono, vendono, vendono.
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CRONACA
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LEGGEREZZA DEL GIORNO
Con il mio ex marito ci eravamo innamorati a prima vista. Forse gli dovevo dare una seconda occhiata...
> Mia Farrow in "Crimini e misfatti"
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DIARIO PERSONALE
Sabato, a Napoli, la mia squadra ha ottenuto una grande vittoria, con qualità, quantità, impegno, grinta e determinazione. Vai così!
Domenica sono venuti a Napoli dei miei amici romani. Li ho portati a pranzo da "Michele" ai Tribunali, storica pizzeria, spero che siano stati bene e spero che a Napoli il turismo aumenti sempre di più, è un bene per Napoli ed è un bene per chi la scopre.
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PAROLE PIU' CLICCATE SU GOOGLE
Di seguito le liste che analizzano per alcune aree (biglietti, concerti, viaggi, mostre) gli interessi espressi dagli italiani attraverso il motore di ricerca Google.
TERMINI - 1) Beppe Grillo; 2) YouTube; 3) Badoo; 4) Inps; 5) agenzia delle entrate; 6) myspace; 7) Inter; 8) Alitalia; 9) Milan; 10) Superenalotto BIGLIETTI - Vasco Rossi; 2) Milan; 3) Inter; 4) Italia - Francia; 5) Beppe Grillo; 6) Milan - Manchester; 7 Juventus; 8 Zelig; 9) Finale Champions League; 10) Ligabue.
CONCERTI - 1) Vasco Rossi; 2) Ligabue; 3) Biagio Antonacci; 4) Elisa; 5) Negramaro; 6) Laura Pausini; 7) Tiziano Ferro; 8) Renato Zero; 9) Subsonica; 10) Finley. VIAGGI - 1) India; 2) Parigi; 3) Londra; 4) Maldive; 5) Cuba; 6) Giappone; 7) Praga; 8) New York; 9) Polinesia; 10) Grecia.
MOSTRE E FESTIVAL 1) Cinema di Venezia; 2) Cezanne a Firenze; 3) Chagall a Roma; 4) Botero a Milano; 5) Gauguin a Roma; 6) De chirico; 7) Simbolismo a Ferrara; 8) Tiziano; 9) Impressionisti a Brescia; 10) Turner a Brescia.
LIBRO, FILM E CALENDARIO - Tra i libri quello più cercato dagli utenti in Italia è stato Harry Potter, tra i film i Simpson e tra i calendari quello di Melita Toniolo.

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2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

...ops...ma sul sito dell'attore marangoni chi c'è nella sezione Critica? il nostro blogger Jim! Bravo.
http://www.luigimarangoni.com/ita/performance.php?IdPerformance=5&IdStampa=13

b.


Critica

Il Gazzettino 01/08/2007
Marangoni il poeta come ribelle
Barbara Bisaglia
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IL MANIFESTO 16.12.2007
The Other Side.
Rimbaud e Morrison, un silenzio necessario.
Marco Cinque

Poesia come ribellione o, se si preferisce, arte come maledizione, come spiega Luigi Marangoni, regista e attore nel monologo The Other Side - Rimbaud & Jim Morrison (tratto da Una stagione all'inferno dello stesso Rimbaud e dall'opera dei due poeti) dove travolge lo spettatore con una cascata di messaggi orali, musicali e corporei.
Già presentata dal Teatro il Sipario Strappato al 13° festival internazionale di poesia di Genova, l'opera è stata riproposta a Roma, al teatro Le Stanze Segrete.
Il monologo si snoda nel flusso di due esistenze fuse in un unico fiume narrativo, scorrendo verso una dimensione di purezza non artefatta né contaminata dalla corruzione e dal degrado in cui si precipita l'umanità.
Nessuna mediazione, nessun patto coi fardelli autocelebrativi di un sistema cannibale, che nutre il corpo per cibarsi della mente e che fagocita sia la volontà che la capacità di essere ancora umani in un mondo sempre più disumanizzato.
In questa barbarie globalizzata di profitti e menzogne, ecco due storie in una, due voci all'unisono che hanno preferito spezzarsi piuttosto che piegarsi al vento della banalità omologante, intenta a spacciare per giuste le più insostenibili ingiustizie.
E le verità, recitate da Marangoni, abitano la parola viva del suo clown narrante, però stavolta la gente non ride di lui, né della sua maschera che copre ma non nasconde, anzi, svela: «Anche il più amaro dei poeti vagabondi è un pagliaccio che batte la frontiera».
Appena ventenne, Rimbaud smette improvvisamente di scrivere; dal canto suo Morrison esce dai Doors a 27 anni.
Entrambi dunque hanno rifiutato compromessi, scegliendo una ribellione armata d'innocenza, che li ha resi «grandi nella poesia, così come nel silenzio».
Ed è proprio alla necessità di questo «silenzio» che bisogna dar voce e Marangoni, a modo suo, lo fa davvero bene.
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www.lankelot.eu 16.12.2007
The other side – Rimbaud & Jim Morrison
Gianfranco Franchi

Jim Morrison, poeta, rocker e sciamano americano, antieroe dionisiaco e autodistruttivo. Arthur Rimbaud, poeta fanciullo francese, colorò le vocali e seppe reinventare l’amore. Rinunciò alla poesia prima di corromperla. Wallace Fowley scrisse “Rimbaud e Jim Morrison – il poeta come ribelle” (Il Saggiatore, Milano, 1997; prima edizione: Duke University, 1994) stabilendo parallelismi e analogie tra i due artisti. Morrison aveva letto e interiorizzato Rimbaud, Fowley ne era consapevole a partire dal giorno in cui aveva ricevuto un biglietto di ringraziamento per la sua traduzione dei versi di A.R. Il resto è raccontato in quel libro che per parecchi di noi aveva significato qualcosa, una decina abbondante d’anni fa. Cambiando la percezione e l’adesione alla poesia, e al rock. Cambiando l’interpretazione della scrittura di Morrison. In differita, questa storia va a ispirare un artista italiano: l’attore Luigi Marangoni.
Ne deriva uno spettacolo, “The Other Side – Rimbaud e Jim Morrison”, rappresentazione d’un conflitto interiore estraneo alla soluzione; la lotta per la difesa della propria anima, la sofferenza per l’incapacità di fingere e di scendere a patti con il sistema; il rifiuto nobile e autodistruttivo del compromesso, la decisione suicida di restare fedeli a se stessi a dispetto di tutto, nel tempo.
La fede – cieca – nel linguaggio a sostenere l’esistenza in vita: la negazione del futuro per non abiurare la propria identità – ecco l’asse portante dell’opera.
La purezza dell’artista, l’innocenza del poeta bambino, massacrata dalla realtà e inquinata dall’incomprensione; estranea alla corruzione, svincolata da qualsiasi sguardo non fosse d’amore.
Un uomo solo in scena, vagabondo e pagliaccio, martire e provocatore, anima nuda e corpo sporcato dalla realtà: va a macchiarsi il viso di cenere, ad arrampicarsi per le scale passando da una a un’altra identità, interpretando e rianimando versi di Morrison e di Rimbaud, rifiutando uno specchio che non riflette altro che un frammento della sua ricerca, della sua lotta interiore. Giocando con i lacci delle scarpe a fare rumore, mentre fa il solletico a se stesso.
L’ombra non t’inquieta; a un tratto, ti disarma con un sorriso. Nel silenzio, nella notte, t’annienta.
L’ombra è un presente ostile, l’ombra è tutto il resto, tutto quel che non sia identità del creatore, espressione dell’artista. Ricerca di senso: furore.
The Other Side: Marangoni va a scolpire, sulla sua carne, luce e ombra del rock e della poesia: la folle onestà e il rovinoso necessario prezzo della creazione.
Il pubblico assiste all’incresciosa onestà d’una confessione in versi d’uno spirito ferito; è la carcassa del ribelle che si rotola a terra, incredulo e riottoso a riconoscere la liceità di quel che è, perché scorge negazione della trasparenza, dell’empatia e della purezza: s’è spezzato qualcosa nel respiro dell’anima, everything is broken up, and dances.
A un tratto, l’aeternus puer deve decidere se aderire al presente o rifiutarlo, uncinato all’ideale e devoto all’arte, e all’arte soltanto.
Nessun conflitto conosce sangue più rovinoso di questo – il sangue dello spirito. Morrison e Rimbaud moriranno prima dei trent’anni; riuscendo, prima d’andarsene, a rifiutare qualsiasi ulteriore compravendita del loro spirito, e del loro talento.
L’attore Luigi Marangoni proclama fedeltà alla loro – e alla sua – essenza, e pretende ascolto: rinnova la smania di morte, per troppo amore della vita, del Morrison di “When The Music’s over” e “The End”, e la stagione all’inferno del ragazzo di Charleville.
Ascoltandolo proverete a restituire alla lingua originale quei versi, domandandovi infine se avete tenuto fede a un’antica promessa. Essere, non esistere, e creare. Questo è quel che è richiesto. Questo soltanto.
Da vedere.
L’alba di domani s’annuncia nella consapevolezza d’essere stati, e di non poter accettare nessun compromesso. Piuttosto che vendere la sua arte, Rimbaud preferì contrabbandare. Jim se ne andò, senza eccessiva disinvoltura, in una casa parigina.
Lontani da quel che avevano rappresentato, fedeli a quel che erano stati.Arte.
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www.thedoors.it 17/12/2007
Grande spettacolo che vi siete persi!
Marco (Cognome)

Sono stato allo spettacolo domenica.
L’attore, Luigi Marangoni, è stato eccezionale. La sua intenzione era di incarnare lo spirito e l’anima dei due poeti e, chi ha letto Rimbaud e Jim Morrison ed ha visto lo spettacolo, sa che è riuscito ad evocare la loro anima ed a far venire i brividi a tutti gli spettatori.
Solo lui in scena, a rappresentare il momento in cui Rimbaud, scrivendo “Una stagione all’ Inferno”, sostanzialmente, abdica al suo ruolo di “Veggente”, preso dalla stanchezza e dallo sconforto di una ricerca che porta solo sofferenza.
Parallelamente l’attore fa materializzare Jim, di spalle, mentre recita le cupe ed evocative parole di “The End”.
In realtà questo spettacolo, a differenza di quello di venerdì, non si può tanto descrivere a parole, si può solo dire che l’attore è stato bravo perché è riuscito,almeno io parlo per me, a farci entrare nella mente tormentata dei due poeti, ed a risvegliare nella mia anima il ricordo di quei momenti della mia giovinezza in cui anche io avevo ancora la forza di cavalcare i demoni e di lanciarmi a perdifiato nelle vallate infiammate della ricerca dolorosa della Verità e dello Spirito Assoluto.
Anche io, come penso tante persone, ho vissuto questi momenti di esaltazione-sgomento davanti alla visione dell’Assoluto, ma loro, i nostri amati Poeti-Sciamani-Veggenti, hanno avuto la capacità di descrivere, con somma perfezione, quello che hanno visto ed hanno sacrificato la loro stessa vita per potercelo raccontare.Sono contentissimo di aver visto tra venerdì e domenica, a Roma, due bellissimi spettacoli teatrali incentrati sulla figura di Jim Morrison, non solo come sex simbol ma soprattutto ponendo l’accento sulla sua attività intellettuale ed ideologica.
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Il Secolo XIX, 19/6/2007
La musica dei Doors nell'inferno di Rimbaud
Simonetta Ronco

Spiriti ribelli e sensibili, uomini controcorrente, il poeta francese Arthur Rimbaud e la star del rock Jim Morrison hanno suscitato, durante e dopo la loro breve vita, l'entusiasmo di moltissimi giovani.
Un collegamento tra i due non é casuale: la poesia visionaria di Rimbaud, in perenne conflitto con la societá che lo circondava e con tutto ció che limitava la sua crescita interiore, ispiró fortemente, un secolo dopo, Jim Morrison.
Sono molte le similitudini nella vita e nelle aspirazioni dei due artisti, messe anche in evidenza da Wallace Fowlie, docente di letteratura francese alla Duke University, nel libro "Rimbaud e Jim Morrison. Il poeta come ribelle". Mai nessuno peró, fino ad oggi, aveva accostato sulla scena queste due personalitá.
Lo ha fatto Luigi Marangoni, attore e regista, veneto di nascita ma genovese di adozione, che presenta a Genova, in prima nazionale oggi [martedì 19 giugno 2007, Ndr] e domani nella sala Camini di Palazzo Ducale alle 23 il suo spettacolo "The Other Side: Rimbaud e Jim Morrison”.
«L'idea é nata nel 2005 - dice Marangoni - Ne ho parlato con Claudio Pozzani, il direttore del Festival Internazionale di Poesia, il quale si é subito dimostrato entusiasta. Quest'anno, grazie al Teatro Il Sipario Strappato, e al suo direttore artistico Lazzaro Calcagno, e con la collaborazione dell'attore Raffaele Casagrande, si é creata una sinergia per la coproduzione ».
Nato a Rovigo, Marangoni si é diplomato alla Bottega Teatrale di Vittorio Gassman di Firenze e lavora con Teatri Stabili e Compagnie di Ricerca, sia in Italia che all'estero. Per alcuni anni ha diretto con Livia Carmignani il Teatro Mistral, che ha portato in scena spettacoli come "Siddharta" e "Intra Rubens", realizzato per Genova 2004.
«I testi che ho usato per il copione - prosegue Marangoni - derivano dall'opera poetica dei due autori. Durante lo studio e la lettura mi sono accorto che piú che un recital volevo realizzare uno spettacolo e ho trovato in "Una stagione in inferno" di Rimbaud un monologo potente, un'intima confessione. Ho quindi scelto questo testo, in forma di prosa poetica, e su questo ho innestato delle poesie di Morrison. Il vero incontro tra i due poeti avverrá peró ad un altro livello: a "Una stagione all' inferno" sará solcata dalla musica dei Doors».
Il lavoro di ricerca dell'autore si é concentrato anche sul messaggio che oggi, due artisti come Rimbaud e Morrison possono trasmettere. «Ribellione significa pensiero, passione. Spesso gli atteggiamenti pubblici dei due artisti sono stati criticati, ma la ricerca consapevole della sregolatezza fu per entrambi una scelta sofferta e aveva un significato particolare: quello di penetrare meglio la realtá che li circondava, aprire nuove porte della percezione, per riuscire a prendere coscienza dei limiti che caratterizzano l'uomo».
Ma questo spettacolo ha anche un altro significato, per l'autore, un significato piú personale. «Parliamo di un cambiamento, di una metamorfosi. Con la "Stagione in inferno", Rimbaud diede l'addio a una certa sua letteratura. Anch'io voglio dare l'addio a un mio passato e riuscire a voltare pagina».
"The other side" sará inserito nel cartellone del Teatro Garage di Genova per la prossima stagione e verrá portato in giro per l'Italia. L'interesse che i due autori suscitano, travalica peró i confini nazionali, ed é per questo che si sta pensando ad un calendario all'estero.

20 dicembre, 2007 13:51  
Blogger jim said...

è stato molto carino da parte di un artista tanto bravo inserirmi sul suo sito ufficiale, niente meno che tra le recenzioni di giornalisti "veri".

20 dicembre, 2007 16:47  

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