11 giugno 2008

Essere o non essere?



Essere o non essere: questo è il problema: se sia più nobile all'animo sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna, o prender l'armi contro un mare di problemi e combattendo disperderli.
Morire dormire; nulla più: - e con un sonno dirsi che poniamo fine al dolore e alle infinite miserie, naturale retaggio della carne, è soluzione da desiderare ardentemente.
Morire - dormire - sognare, forse: ma qui è l'ostacolo che ci trattiene: perchè in quel sonno della morte quali sogni possan venire, quando noi ci siamo sbarazzati di questo groviglio mortale: è la remora, questa, che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti.
Chi vorrebbe, se no, sopportar le frustate e gl'insulti del tempo, le angherie del tiranno, il disprezzo dell'uomo borioso, gli spasimi dell'amore disprezzato, gli indugi della legge, l'insolenza di chi è investito di una carica, e gli scherni che il merito paziente riceve dai mediocri, quando di mano propria potrebbe saldare il suo conto con due dita di pugnale?
Chi vorrebbe caricarsi di grossi fardelli imprecando e sudando sotto il peso di tutta una gravosa vita, se non fosse il timore di qualche cosa, dopo la morte - la terra inesplorata donde mai non tornò alcun viaggiatore - confonde la volontà, e ci fa piuttosto sopportare i mali che abbiamo, che non volare verso altri che non conosciamo?
Così la coscienza ci fa tutti vigliacchi; così la tinta naturale della determinazione si scolora al cospetto del pallido pensiero. E così imprese di grande importanza e rilievo per questo riguardo deviano il loro corso: e dell'azione perdono anche il nome.
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CRONACA
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LEGGEREZZA DEL GIORNO
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DIARIO PERSONALE
Ho letto attentamente queste parole del personaggio Amleto per le prima volta in vita mia, e mi sono accorto solo adesso della profondità, universalità ed attualità di ogni singola parola.

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6 Comments:

Anonymous Anonimo said...

DAL SITO DI DI PIETRO, CHE HA PRESENTATO UN'INTERPELLANZA SUL TEMA DELLE INTERCETTAZIONI:

Poco fa ho presentato, presso la Camera del Deputati, un'interpellanza urgente rivolta al Ministro della Giustizia Alfano in relazione al tema delle intercettazioni telefoniche. Riporto di seguito il rapporto stenografico dell'intervento:

"Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, noi del gruppo dell'Italia dei Valori abbiamo presentato questa interpellanza urgente, perché siamo tra quelli che pensano che le interpellanze si debbano presentare prima, non dopo che il fatto è accaduto, in quanto, dopo che il fatto è accaduto, si può solo piangere sul latte versato.
Dico ciò, perché ho già sentito dire nei corridoi o anche in affermazioni pubbliche da parte di rappresentanti del Governo frasi del tipo: «Non abbiamo ancora approvato niente, di che cosa vi lamentate?»
In realtà, noi non ci lamentiamo; noi interroghiamo e lo facciamo, perché ce lo consente il Regolamento della Camera dei deputati, laddove afferma e spiega che l'interpellanza va rivolta, per iscritto, ogni volta che un gruppo o un parlamentare vuole conoscere gli intendimenti della condotta del Governo. Noi vorremmo proprio conoscerne gli intendimenti e vorremmo una risposta nel merito, non il rinvio ad un giorno successivo a venerdì, perché, dopo tale data, il danno è fatto. Vorremmo, cioè, che si rifletta insieme nel merito e prima di adottare il provvedimento sul fatto se quest'ultimo serva al Paese o serva a chi.
L'interpellanza urgente che abbiamo presentato - lo ripeto - è volta a sapere se è vero o no che il Governo intende modificare le procedure per le intercettazioni telefoniche; se è vero o no che, modificando queste procedure, intende attenersi a ciò che formalmente, ufficialmente - non nel bar dietro l'angolo - ha riferito il Presidente del Consiglio, che è tale per 24 ore al giorno, non soltanto quando sta seduto a Palazzo Chigi o quando si trova all'associazione dei giovani industriali o quant'altro. Quando egli afferma di volere fare qualcosa come Presidente del Consiglio, le sue parole le prendiamo per oro colato (forse sbagliamo troppo quando pensiamo a questo Presidente del Consiglio).
Non era di sera tardi, ma di prima mattina, quando egli ha affermato testualmente che intende, al più presto, adottare un provvedimento, insieme al suo Governo, impegnando la sua maggioranza, per prevedere un divieto assoluto - non di commettere reati, non quello - ma di ordinare, eseguire e diffondere intercettazioni telefoniche, salvo che per inchieste riguardanti camorra, mafia, 'ndrangheta e terrorismo.
Cerchiamo di capire: il divieto assoluto riguarda l'ordinare, l'eseguire ed il diffondere intercettazioni telefoniche. Vorrei ricordare a me stesso (non posso certo ricordarlo al rappresentante del Governo che io conosco bene, perché abbiamo un passato insieme negli stessi uffici giudiziari di Milano e quindi sa quanto me - o io so per averlo appreso da lui - cosa sono) che le intercettazioni telefoniche sono testualmente un mezzo di ricerca della prova e sono strumenti che servono all'autorità giudiziaria per individuare - dice la legge - ed assicurare al processo elementi utili sui fatti che si riferiscono all'imputazione, alla punibilità e alla determinazione della pena. Pertanto, l'intercettazione telefonica è come il bisturi in sala operatoria, uno degli strumenti di cui il chirurgo ha bisogno per intervenire. E il chirurgo, in sala operatoria, ha bisogno di intervenire con il bisturi non solo, quando c'è una metastasi - ossia un'associazione criminale - ma anche quando c'è un intervento specifico che riguarda una grave malattia ossia un grave reato.
Mi permetta di pregarla, signor sottosegretario, di riferire al Presidente del Consiglio - dal momento che lei lo sa bene - che i reati associativi a cui lui si è riferito quali camorra, terrorismo, 'ndrangheta e mafia sono reati che intanto hanno ragion d'essere, intanto possono essere scoperti, in tanto possono essere contestati, in quanto, a monte o a valle, esistono dei reati specifici che vengono commessi. Ossia una associazione si organizza per commettere tutta una serie di reati.
Allora, quando il pubblico ministero vede una sparatoria e ci scappa il morto, come fa a sapere che quel morto è stato sparato, perché dietro c'era un marito tradito e non un'associazione a delinquere di tipo criminale, se non fa le indagini per saperlo?
Ogni reato, ogni associazione a delinquere ha bisogno, per poter vivere, di una serie di reati che vengono commessi e l'associazione a delinquere è il risultato di un'indagine. Solo a seguito di una serie di investigazioni, che si fanno su una serie di reati commessi dalle stesse persone, in associazione tra di loro, si può dire che c'è l'associazione a delinquere.
Insomma, lei mi insegna che l'associazione a delinquere è il momento finale di un accertamento istruttorio, non il momento iniziale. E se è il momento finale di un accertamento istruttorio, come faccio a fare le indagini, se uno dei mezzi fondamentali della prova per accertare il reato per cui, poi, posso contestare l'associazione a delinquere, l'intercettazione telefonica, mi viene tolto?
Ecco perché interveniamo prima: per cercare di invitare alla ragione chi sta adottando questo provvedimento. Non può essere questa la ragione! Non si possono limitare le intercettazioni ai soli reati associativi; bisogna, invece, prevederle per tutta quella serie di reati gravi già previsti dall'articolo 266 del codice di procedura penale. Esso non dice che si può procedere a intercettazioni nei confronti di tutti i reati, ma per i delitti non colposi (per quelli per i quali è previsto l'ergastolo, naturalmente, ma anche per quelli con pena superiore a cinque anni), per i delitti contro la pubblica amministrazione (come la corruzione e la concussione, per i quali si vorrebbe eliminare la possibilità di utilizzare le intercettazioni), per i delitti concernenti sostanze stupefacenti e psicotrope, per i delitti concernenti le armi e le sostanze esplosive, per i delitti di contrabbando e anche per i reati di ingiuria, minacce e molestie a mezzo telefono. Come faccio a scoprirli, se non faccio le intercettazioni?
Insomma, la norma già adesso fornisce dei precisi parametri e paletti di riferimento. Ci sono dei delitti che possono essere commessi da singoli o da associati, ma sono gravi e così tanto gravi che è bene che tra i mezzi istruttori siano permesse anche le intercettazioni.
Le garanzie affinché esse vengano fatte nel rispetto della legge sono già previste adesso dalla stessa, perché si prevede come presupposto, primo, che vi sia un'assoluta indispensabilità per le indagini; secondo, che vi sia la sussistenza di gravi indizi circa il reato commesso.
C'è già un giudice, un organo di garanzia che valida tutto questo. Diciamo subito le cose come stanno: chiediamo formalmente, adesso e prima del tempo, che, nell'intendimento del Governo, che dovrà esprimersi nei prossimi giorni, vi sia un ripensamento operoso rispetto all'azzardata e avventata affermazione fatta dal Presidente del Consiglio, che vuole eliminare le intercettazioni in questi casi."

11 giugno, 2008 15:48  
Blogger jim said...

....CONTINUA L'INTERPELLANZA DI DIPIETRO:

.....Le giustificazioni addotte, così come le ha addotte il Ministro della giustizia, non un passante al bar, non ci soddisfano affatto. Il Ministro della giustizia formalmente, in Commissione parlamentare e nelle aule del Consiglio superiore, presso l'Associazione nazionale magistrati ha giustificato questo provvedimento con il fatto che le intercettazioni costano troppo.
Non costavano troppo i polmoni espiantati alla clinica «Santa Rita» in questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)? Sono stati scoperti grazie alle intercettazioni! È più importante far risparmiare lo Stato, non rubando in una clinica privata come quella, o far risparmiare lo Stato, spendendo qualche soldo a favore delle intercettazioni per scoprirlo?
Vorrei ricordare che giacciono depositati negli uffici postali e nelle banche oltre un miliardo e seicento milioni di proventi di reati, confiscati. Questi soldi ci sono e possono servire per far funzionare la giustizia. Non si riducono i fondi e i mezzi per combattere il crimine; si deve ridurre il crimine e si devono utilizzare i fondi provenienti dal crimine per aumentare le risorse a favore della giustizia, per aumentarne l'efficienza.
Si dice: ma costano troppo, e in modo sperequato fra vari tribunali. Bene: fate una gara unica per il miglior offerente su tutto, intervenite sulle modalità tecniche, ma non eliminate il mezzo! Se un bisturi costa di più rispetto a un altro, in una sala operatoria non si elimina il bisturi, si va a cercare chi lo offre a meno (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
Si dice: troppe persone sono intercettate. Innanzitutto è un falso storico, che troppe persone sono intercettate: l'Italia è il Paese d'Europa e del mondo dove vigono le migliori e le maggiori garanzie per un'intercettazione, che viene fatta con la garanzia di un giudice terzo che le controlla. Negli altri Paesi ci sono poche intercettazioni classificate come intercettazioni della magistratura, perché molte altre strutture realizzano le intercettazioni. Chi sa qualcosa del progetto Echelon, realizzato negli anni passati e nei decenni passati dagli Stati Uniti, sa bene che tutta l'Europa era intercettata. Chi sa come funzionano i satelliti sopra di noi, sa bene come funzionano le intercettazioni: ognuno di noi è in ogni momento sezionato da organismi che non conosciamo; e su questo, che viene fatto sotto il controllo della magistratura, in modo trasparente, dicono che ci sono troppe persone intercettate.
Certo, si dice che ci sono troppi abusi nelle comunicazioni sui giornali. Ed ecco la proposta che noi vi consigliamo, vi facciamo, vi lasciamo, vi depositiamo. Non v'è dubbio che c'è un insieme di intercettazioni che sono utili alle indagini, e un insieme di intercettazioni che sono inutili alle indagini, perché anche due delinquenti parlano di cose che non c'entrano niente con la delinquenza, e anche due persone normali possono rimanere coinvolte. La nostra proposta è questa: fate in modo che ci sia un'udienza specifica e diretta fra le parti interessate in cui, in modo anticipato rispetto ai canoni attuali, il pubblico ministero e il difensore della parte scelgono quali sono le intercettazioni di cui si vogliono avvalere. Quanto alle altre, qualcuno ne propone la distruzione: credo che sia bene prima disporne piuttosto l'acquisizione in un luogo riservato presso il tribunale o presso la corte d'appello, fino a quando non finisce il processo, perché ci può sempre scappare la novità, che può sempre essere utile. Credo quindi che questo problema può essere risolto nel merito, facendo in modo che non ci sia la disponibilità delle parti e tra le parti di quelle intercettazioni che non servono ai fini del processo.
Lo dico a lei, rappresentante del Governo, già magistrato: lei sa meglio di me che questa accusa generalizzata, per cui ogni intercettazione che viene pubblicata è colpa del magistrato, è un'accusa infondata, falsa e calunniosa! Ci può essere anche qualche magistrato che non fa il suo dovere, e su questo va perseguito, ma la maggior parte, la quasi totalità, oserei dire la totalità dei casi delle intercettazioni che vanno a finire sui giornali vengono pubblicate il giorno dopo in cui sono depositate a disposizione delle parti, e ne prendono conoscenza gli avvocati, gli interessati, mille altri soggetti!
Quindi questa criminalizzazione, come se la colpa fosse dei magistrati e solo di essi, non ci sta bene. E comunque sia, si punisca chi viola la legge, ma non si tolga l'arma, una delle armi fondamentali, che è quella di combattere il crimine con le intercettazioni; né si dica, alla fine: basta con le intercettazioni, si ritorna alle indagini come un tempo. Ma lei che ha i capelli bianchi come me, un tempo come facevamo le indagini? Avevamo la lente di ingrandimento? Le indagini come si fanno, se non con i mezzi di ricerca della prova, le intercettazioni, le perquisizioni, i sequestri, le acquisizioni di documenti, gli interrogatori, le assunzioni di informazioni testimoniali, le testimonianze? Insomma, come vuole che si facciano, quali sono questi mezzi che usava una volta Sherlock Holmes per trovare la prova? Ma come sono fatti questi mezzi?
Ieri ancora un rappresentante del Governo ha detto: per esempio, alla clinica Santa Rita non c'era bisogno di fare le intercettazioni, bastava leggere le cartelle cliniche. Ma lei, che ha fatto il mio mestiere, ha mai visto scritto, su una cartella clinica o su un documento: io ho commesso questo reato? Sulla cartella clinica dovrebbe essere scritto: dovevo togliere un foruncolo, le ho tolto un seno: ma non scrivo così, scrivo che un seno è malato! La prova di un reato commesso, vale a dire scrivere una cosa rispetto a un'altra, diventa la prova della non commissione del reato! Stiamo coi piedi per terra, e lasciamo fare a ciascuno il proprio mestiere. In conclusione, noi chiediamo formalmente e per tempo che il Governo ci dica cosa intenda fare esattamente, e ce lo dica oggi, nel merito: se intende ridurre le intercettazioni solo a particolari tipi di reati rispetto a quelli previsti attualmente; se intende addirittura vietare la pubblicazione di quelle che sono messe a disposizione delle parti, sulle quali è bene che i cittadini sappiano subito come stanno i fatti, perché all'opinione pubblica interessa sapere oggi che succedeva alla clinica Santa Rita, non fra dieci anni, quando il processo sarà finito: bisogna sapere oggi che cosa sta succedendo, perché siamo in una democrazia diretta!.
Domandiamo inoltre al Governo cosa intenda fare per aumentare le spese a favore della giustizia: in questo senso noi proponiamo formalmente che provveda all'acquisizione immediata di quei 1.600 milioni di euro che sono depositati presso le banche e gli uffici postali con un capitolo di bilancio da mettere esclusivamente a disposizione per le esigenze della giustizia (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico)."

11 giugno, 2008 15:52  
Anonymous Anonimo said...

Forse tutti conoscono a memoria solo il primo rigo ma in confronto al resto probabilmente non conta niente. Una bella scelta il post di oggi.

11 giugno, 2008 16:12  
Anonymous Anonimo said...

grazie

11 giugno, 2008 17:33  
Anonymous Anonimo said...

grazie

11 giugno, 2008 17:35  
Anonymous Anonimo said...

DAL SITO VOGLIOSCENDERE.IT:

11 giugno 2008, in Peter Gomez

Venerdì 13



Con mossa a sorpresa il governo ha deciso di discutere nel Consiglio dei ministri di dopodomani, venerdì 13 giugno, un decreto legge che riformerà le intercettazioni telefoniche e ambientali. Il parlamento viene così saltato a piè pari e le nuove norme saranno immediatamente esecutive.

Non è chiaro quali siano i motivi di «necessità ed urgenza» che hanno spinto Silvio Berlusconi a forzare ulteriormente la mano. Guardando a ciò che è accaduto in passato è probabile che il Cavaliere tema gli esiti di qualche indagine attualmente in corso della cui esistenza nessuno, a parte lui, è al corrente. O che pensi, introducendo una disposizione ad hoc dal valore retroattivo, di eliminare prove già raccolte dalla magistratura.

All'interno della maggioranza solo la Lega è parsa fin qui voler porre un qualche freno alle sue intenzioni. L'ex ministro Roberto Castelli ha detto chiaro e tondo che il movimento di Bossi si opporrà a norme che impediscano le intercettazioni per i reati di corruzione e concussione. Per Castelli infatti l'elettorato percepirebbe il provvedimento Berlusconi come una legge a protezione della Casta. E questo la Lega, unico partito presente in parlamento realmente radicato sul territorio con sezioni, circoli e militanti, proprio non può permetterselo.

In ogni caso non è ancora possibile di anticipare esattamente i contenuti del decreto. Stando a quanto dichiarato pubblicamente dal premier si potranno eseguire intercettazioni solo per perseguire la mafia e il terrorismo. Indiscrezioni parlano poi della possibilità di effettuare ascolti anche per altri reati puniti con più di otto anni di reclusione.

Ma non basta, perché, come è noto, il presidente del Consiglio ha anche annunciato la volontà di punire con 5 anni di carcere i giornalisti che pubblicheranno il contenuto di intercettazioni telefoniche, mentre per ridurre a più miti consigli gli editori vorrebbe introdurre multe milionarie.

Se questo agghiacciante quadro si realizzerà, l'unica risposta possibile sarà la disubbidienza civile. Cioè organizzare, per quanto riguarda i giornalisti, una violazione dichiarata e di massa delle norme, accettando nel caso l'arresto. Ovviamente la violazione (cioè la pubblicazione di articoli basati su atti giudiziari che il Governo vorrebbe mantenere segreti, anche se già messi a disposizione delle parti processuali) dovrà avere un contenuto strettamente giornalistico. Si dovranno pubblicare cioè delle notizie e non dei pettegolezzi o delle vicende coperte dalla privacy.

A quel punto, una volta finiti sotto inchiesta o in galera, potremo tentare di rivolgerci alla Corte Costituzionale per far cancellare una legge che minaccia di spingere il nostro paese verso derive pericolose ed autoritarie.

Appuntamento a venerdì, dunque, sperando ancora che non si trasformi nel venerdì 13 della democrazia italiana.

12 giugno, 2008 10:28  

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