25 luglio 2008

Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche



TRATTO DAL SITO PUBBLICAMMINISTRAZIONE.NET :

Dall'inizio del 2008, 850 mila tonnellate di rifiuti pericolosi e difficili da smaltire non saranno più esclusiva competenza dei Comuni. Entrerà infatti in azione il decreto legge 151 del 2005, che si occupa dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (in sigla RAEE). Dopo ben tre rinvii anche il Bel Paese recepirà questa normativa europea risalente al 2003, portando novità e cambiamenti per tutti gli attori coinvolti nella filiera: produttori, distributori, consumatori e Comuni.
Cosa sono i RAEE
Per prima cosa è utile capire bene quali sono gli strumenti ed i macchinari dei quali si occupa questa normativa. Si tratta, come definizione dal decreto, di «apparecchiature che dipendono per un corretto funzionamento da correnti elettriche o da campi elettromagnetici [...] progettate per essere usate con una tensione non superiore a 1.000 volt per la corrente alternata e a 1.500 volt per la corrente continua». Ricadono quindi in questo ambito di applicazione, ad esempio, computer, grandi e piccoli elettrodomestici, condizionatori, luci. Un campo d'azione piuttosto vasto, che produce rifiuti pari a 14 kg all'anno per abitante con ritmi di crescita del 3-4%.
Attualmente il reimpiego di tali materiali si ferma ad 1,15 kg per abitante (67 mila tonnellate) e l'obiettivo del decreto è raggiungere i 4 kg entro il 2008, facendo uscire 240 mila tonnellate di rifiuti pericolosi dalle discariche tramite recupero, reimpiego o riciclo. Questi apparecchi infatti, pur rappresentando un piccolo volume rispetto al complesso dei rifiuti, sono tra i più inquinanti e pericolosi per l'ambiente, essendo costituiti anche da materiali pericolosi e difficili da trattare, come cfc, cadmio e mercurio.
Cosa cambia con la nuova normativa
I Comuni sono stati i primi a spingere ed incoraggiare il Governo nell'adozione di questo decreto. La stessa ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) tramite le parole del suo presidente Leonardo Domenici, si è detta più volte preoccupata dalle continue proroghe all'avvio del sistema che continuavano a «far ricadere sui Comuni l'intero costo di gestione dei RAEE».
Erano infatti gli unici soggetti che, pur senza alcun obbligo di raccolta differenziata, dovevano occuparsi di questa tipologia di rifiuti. Il loro costo smetterà quindi di incidere sulla Comunità, tramite tassa o tariffa per i rifiuti urbani, andando ad attingere risorse solo da chi acquista questo genere di prodotti. Secondo le ultime stime dell'APAT (Agenzia per la Protezione dell'Ambiente) smaltire 107 mila tonnellate di RAEE costa ogni anno circa 77 milioni di euro, che si staccheranno da TARSU o TIA per permettere il miglioramento dei servizi o una sua rimodulazione
I consumatori, che fino ad oggi erano obbligati a portare i propri RAEE presso le eco-piazzole comunali, potranno così gratuitamente lasciare il rifiuto ai distributori, nel caso di nuovo acquisto. Per loro ci sarà un nuovo costo, che i produttori sceglieranno se inglobare nel prezzo finale o renderlo separato applicando la cosiddetta visible fee. La spesa per la gestione dei rifiuti verrà infatti girata ai consumatori, con importi che variano prevalentemente in base al peso. Il costo medio sarà di 3,5 centesimi di euro per kg. Ad esempio, un frigorifero comporterà un contributo di circa 13 €, un condizionatore di 4 €, un monitor di 3 €.
L'economia dell'ecologia
Il grande vulnus di questo progetto è oggi rappresentato dagli spazi. I RAEE, infatti, saranno portati dai cittadini o dai distributori alle eco-piazzole e da lì prelevati periodicamente da sistemi collettivi o consorzi dei produttori che li trasferiranno presso i centri di trattamento. Mentre i centri di trattamento dei rifiuti, circa una decina, soddisfano le necessità anche grazie ad iniziative di imprenditori privati, le eco-piazzole sono arrivate solo al 40% della copertura necessaria, calcolata in un migliaio di aree, in media una ogni 8 Comuni. La situazione è caratterizzata da un ritardo del sud rispetto al nord ma, per arrivare all'obiettivo, ministero, Comuni e produttori si sono impegnati in un accordo per l'allestimento delle necessarie eco-piazzole, e recuperare il ritardo dell'Italia rispetto agli altri paesi dell'UE nel giro di 2–3 anni.
Il riciclo ed il riuso dei RAEE non deve essere però visto esclusivamente come costo. Questi apparecchi sono infatti costituiti da materiali inquinanti ma in alcuni casi anche preziosi. Molte componenti sono realizzate in oro puro, che si può recuperare senza troppe difficoltà. Inoltre, il valore di queste Materie Prime Seconde cresce nel tempo e molte aziende hanno criticato il ritardo dell'Italia perché attendono con ansia di poter raggiungere volumi tali da poter generare profitto dal riciclaggio. Un esempio, guardando all'estero, è fornito dalla Matsuhita (che produce i prodotti da noi commercializzati come Panasonic) con il giapponese METEC (Matsushita Eco-Technology Center) che mira ad iniziare a generare utili nel giro di pochi anni (in Giappone una norma sul riciclo di apparecchi elettrici è in vigore dal 2001).

Una guida completa è disponibile presso
sito del Registro AEE oppure tramite il numero verde 840 500 111. Per realizzare il progetto immaginato dall'Unione Europea tutti sono chiamati a recitare attivamente il proprio ruolo, per raggiungere o, ancora meglio, superare l'obiettivo delle 240 mila tonnellate di rifiuti pericolosi riciclati.

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CRONACA

Manichino sedia elettrica, giostraio indagato

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LEGGEREZZA DEL GIORNO


I computer possono dare delle risposte, ma non sanno fare domande.

> Pablo Picasso

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DIARIO PERSONALE

Thank God It’s Friday.

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4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

DAL BLOG DI BEPPE GRILLO:


Silvio è morto in un incidente di moto. Era uno dei firmatari della richiesta di legge popolare per un Parlamento Pulito, insieme a me, insieme ad altri amici del Meetup di Roma. In questi casi non si sa mai cosa dire. Il Parlamento, presto o tardi, ritornerà pulito. E' una promessa.
Arianna lo ricorda così.

"E' tardi, ma Silvio non c'è più. Quegli occhi sinceri e diretti che guardavano il mondo con amore e vitalità non li vedrò mai più. Un incidente di moto, di quelli che non ti lasciano andare.
Io piango un amico vero, un amico sincero qualcuno che mi ha sempre detto che in gravidanza non si fumava, qualcuno che ha guardato e tenuto i miei due bonzi con amore infinito. Qualcuno che nonostante... è venuto il 25 aprile e ha lavorato con noi e con il suo grande amico Valerio solo per amicizia, non per altro. Amicizia. Quegli occhi che mi sembravano una finestra sul mondo spalancata, quegli occhi che scrutavano intorno, quegli occhi così grandi si sono chiusi.
Se esiste un Dio se esiste adesso deve sentire l'urlo di profondo dolore di tutti noi, di chi mi ha chiamato al telefono, piangendo e singhiozzando... non sei giusto, sei scorretto, ingiusto e crudele. Se esiste un Dio.
Sono dolorante, sono sola e lontana dagli amici che sono vicino a lui.
Silvio, con l'infinito affetto che ti voglio, mi auguro che tu possa correre senza paura su una moto fatta di sogni e aria, cavalcando l'infinito eterno.
IO non mangerò mai la tua arrabbiata, non mi cucinerai mai più quel piatto romano che non mi viene il nome per le lacrime.
Io non ti vedrò mai più.
Non è giusto... ma piccolo grande amico ti ho voluto bene, ti ricordo in ogni dove insieme e scrivo perchè non posso urlare il dolore atroce che mi porto dentro. I gemelli dormono nell'altra stanza e, parola mia, sapranno di aver avuto qualcuno che li ha sempre protetti durante il viaggio in pancia sgridando la loro mamma per le stupide abitudini cattive.
Salutami la luce, Silvio... e amico mio se puoi ogni tanto passaci a trovare, l'alito di vento nel tramonto che mi sfiora le guance saprò che sei tu, ti sorriderò." Arianna

28 luglio, 2008 10:19  
Anonymous Anonimo said...

DAI COMMENTI AL BLOG DI GRILLO:

INFERNO, CANTO XXXV
Cerchio X - I Cazzari
di Dante Alighieri (Manoscritto inedito reperito da Gianluca Freda))


Quinci venimmo ad una calle smorta
densa di genti meste e imbecillite
quali gli spettator di Porta a Porta.

Ahi, dolorose e miserabil vite
che di fregnacce, lazzi e scemitadi
van discettando, trepide e impaurite!


E 'l duca mio: "Or si dee che tu vadi
pel cerchio del cazzume editoriale
ove li fatti appaion vaghi e radi

e regna imperituro il virtuale".
E già m'adiva al decimo girone
quand'ecco scorsi un bestio bicefàle

per cui 'l mio duca: "Quegli è Veltruscone,
ch'opposizione fu e governo fue
e in l'una e l'altra testa fu cagione

di mali e strazio allo popolo bue.
Ma il lettor d'elzeviri è sì intontito
che azzannato da un, crede sien due".

Poscia ch'io ebbi il mio dottore udito
più m'appressai alle doppie mascelle
del tristo imbonitor ermafrodito.

Segue nei sottocommenti

Annamaria F. (♫) 28.07.08 15:02 |
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schivando un Feltri, andai a cercare aiuto,
rincorso di parole irose e prave
che mai non prima aveva conosciuto.

Ed ecco verso noi venir per nave
un vecchio bianco per antico pelo,
grifagno imbrattator di rotative.

E' Scalfari dimòn, che terra e cielo
governa della bolgia di panzane
ch'è il regno della stampa a doppio velo.

"O voi che tra le bufale pacchiane
vivi e vestiti ve n'andate a spasso",
disse lo vecchio, "cosa vi rimane

a questo loco e move a tanto chiasso?".
Io salutai quel salvator canuto
e lagrimando principiai: "Ahi, lasso!

Virgilio mio in una pozza è caduto
di pecoreccia vanvera stampata!
Deh, salvilo, messer, li presti aiuto!"

E quei con voce profonda e pacata:
"Qui occorre valutar l'opra migliore
per trarre l'uomo tuo da quella guata.

Magari un termovalorizzatore
che la mota smaltisca a quel pantano...
o un naviglio di scolo posteriore

che colleghi l'Inferno con Milano...
una variante urbana? Un rettifilo?
Un autotunnel metropolitano

assegnato in appalto all'Impregilo?
Qui è d'uopo dar principio ad opra magna
che dia lustro allo regno ov'è mio asilo!"

La mente di sudore ancor mi bagna
al pensier di quel vecchio laido e avaro
che discettava ai piè della montagna

torte complicazion di ciò ch'è chiaro.
E 'l duca nel piastron strillava: "Aita!
Chi mi trarrà da questo guazzo amaro

di frase che ragione hanno smarrita?"
Ed io: "Vo per soccorso! Ho già richesto
di qualchedun ch'aiuti in tua sortita!

Non ti crucciar! Tranquillo! Torno presto!".
Ciò dissi e de' calcagni fei rotelle
chè foco non m'avria spinto sì lesto

e quindi uscimmo a riveder le stelle.

http://www.blogghete.blog.dada.net/post/
1206968191/INEDITI+DANTESCHI


Annamaria F. (♫)

28 luglio, 2008 15:11  
Anonymous Anonimo said...

DAI COMMENTI AL BLOG DI GRILLO:

SIAMO TUTTI CONTROLLATI:
(TRANNE MOHAMED ATTA)

TRATTO DA UN ARTICOLO DEL 1999
Nuove Tecnologie:
La carta d'identità e il passaporto spariranno. La tecnologia sta facendo passi da gigante nel capo della sorveglianza e del controllo. Oltre cento compagnie europee già producono e vendono macchinari per il riconoscimento biometrico (dati fisici: mappe della retina, scansione della mano, impronte digitali, riconoscimento vocale elettronico, fotografie digitalizzate, DNA, calore corporeo ecc.) degli individui.

- Automatic fingerprint: Lettori automatici di impronte digitali. In circa 4mila località (aeroporti, banche, ospedali, ecc) viene già usato.
- Cellmark diagnostic: Legge e riconosce i geni. In Inghilterra esiste già un sistema di schedatura del DNA.
- Massstiff security system: Riconosce gli odori.
- Hagen Cy-Com e Eyedentify: Riconosce e legge la mappa dei capillari della retina oculare.
- Aea tecnology: Identifica la firma:
- Face recognition system: Macchine che convertono un volto in una sequenza di bit, che viene poi memorizzata all'interno di computer.
- Heli-tele surveillance: Telecamere in grado di tracciare il calore emesso da un corpo nel buio totale.
- Passive millimeter wave imagining: Può scansionare le persone e "vedere" attraverso i vestiti.
- Electronic monitoring: Braccialetti elettronici che segnalano gli spostamenti dell'individuo controllato. Già in uso dal 1990 in USA.
- Harlequin: Mappatura completa delle telefonate in entrata ed uscita.
- Memex: Profilo completo (foto e video) di un individuo. In circa un secondo è in grado di identificare da una foto il personaggio interessato.


Diego D., Sorrento 28.07.08 15:12

28 luglio, 2008 15:23  
Blogger jim said...

DAL SITO VOGLIOSCENDERE.IT:

Lettera al presidente del Senato
408
commenti



di Marco Travaglio
l'Unità, 26 luglio 2008

Gentile Presidente del Senato, avv. sen. Renato Schifani, chi Le scrive è un modesto giornalista che ha avuto la ventura di occuparsi talvolta di Lei per motivi professionali. L’ultima - forse lo ricorderà - fu nel mese di maggio, quando Lei ascese alla seconda carica dello Stato e io pubblicai una sua breve biografia sull’Unità e nel libro “Se li conosci li eviti” (scritto con Peter Gomez) che poi presentai su Rai3 a “Che tempo che fa”. Anzitutto mi consenta di congratularmi con Lei per la Sua recentissima invulnerabilità penale, in virtù del Lodo Alfano, figlio legittimo del Lodo Schifani già dichiarato incostituzionale dalla Consulta nel 2004 e prontamente replicato in questa legislatura, anche grazie alla fulminante solerzia con cui Lei l’ha messo all’ordine del giorno di Palazzo Madama. E’ davvero consolante, per un cittadino comune, apprendere che da un paio di giorni l’articolo 3 della Costituzione è sospeso con legge ordinaria approvata in 25 giorni, e che dall’altroieri esistono quattro cittadini più uguali degli altri dinanzi alla legge, come i maiali della “Fattoria degli animali” di George Orwell. Il fatto poi che Lei faccia parte del quartetto degli auto-immuni è per tutti noi motivo di ulteriore soddisfazione.

Si dà il caso, però, che Lei mi abbia recentemente fatto recapitare in busta verde, da ben tre avvocati (uno dei quali pare sia un Suo socio di studio), un atto di citazione presso il Tribunale civile di Torino affinchè io vi compaia per essere condannato a risarcirLa dei presunti danni, patrimoniali e non, da Lei patiti a causa del mio articolo sull’Unità e della mia partecipazione al programma di Fabio Fazio. Danni che Lei ha voluto gentilmente quantificare in appena 1,3 milioni di euro. A carico mio, s’intende. Tutto ruota, lo ricorderà, intorno al fatto che avevo osato ricordare come Lei, alla fine degli anni 70, fosse socio nella Sicula Broker di due personaggi poi condannati e arrestati per mafia, Benny D’Agostino e Nino Mandalà; e che negli anni 90 Lei abbia prestato una consulenza in materia urbanistica per il Comune di Villabate, poi sciolto due volte per mafia in quanto ritenuto nelle mani dello stesso boss Mandalà. Circostanze che Lei non ha potuto negare neppure nel suo fantasioso e spiritoso atto di citazione (ho molto apprezzato i passaggi nei quali Lei fa rientrare quei fatti nell’ambito dei “commenti sulla vita privata delle persone”; e mi rimprovera di non aver rammentato come Lei sia stato socio non solo di persone poi risultate mafiose, ma anche di altri “noti imprenditori mai coinvolti in episodi giudiziari”, e come Lei abbia prestato consulenze non solo per comuni poi sciolti per mafia, ma anche per altri enti locali mai sciolti per mafia).

Ora, sul merito della controversia, decideranno i giudici. Ma non Le sfuggirà la sproporzione delle forze in campo, sulla bilancia della Giustizia, fra la seconda carica dello Stato e un umile cronista: i giudici, già abbondantemente vilipesi e intimiditi negli ultimi anni da Lei e dai Suoi sodali, sapranno che dar torto a Lei significa dar torto al secondo politico più importante del Paese, mentre dar torto a me è davvero poca cosa. E’ questo oggettivo squilibro che, in tempi e in paesi normali, consiglia a chi ricopre importanti cariche pubbliche di spogliarsi delle proprie liti private, per dedicarsi in esclusiva agli interessi di tutti i cittadini. Lei invece non solo non si è spogliato delle Sue liti private, ma ne ha addirittura ingaggiata una nuova (con me) dopo aver assunto la presidenza del Senato. Ora però quello squilibrio diventa davvero abissale in conseguenza della Sua sopraggiunta invulnerabilità. In pratica, se io volessi querelarLa per le infamanti accuse che Lei mi muove nel Suo atto di citazione, non avrei alcuna speranza di ottenere giustizia in tempi ragionevoli, perché il Lodo Alfano La mette al riparo da qualunque conseguenza penale delle Sue parole e azioni, imponendo la sospensione degli eventuali processi a Suo carico. Lei può dire e fare ciò che vuole, e io no. Riconoscerà che, dal mio punto di vista, la situazione è quantomai inquietante.

Ma c’è di più e di peggio. L’anno scorso l’ex presidente del consiglio comunale di Villabate, Francesco Campanella, indagato per mafia a causa dei suoi rapporti con la cosca Mandalà e con Bernardo Provenzano, ha raccontato ai giudici antimafia di Palermo che il nuovo piano regolatore di Villabate era stato addirittura “concordato” da lei e dal senatore La Loggia con il solito Mandalà. Lei e La Loggia annunciaste subito querela. E da allora i magistrati antimafia stanno verificando se Campanella si sia inventato tutto o magari dica la verità. Io Le auguro e mi auguro, visto che Lei ora rappresenta l’Italia ai massimi livelli, che prevalga la prima ipotesi. Ma, nella malaugurata evenienza che prevalesse la seconda, il Lodo Alfano impedirebbe alla magistratura di processarLa, almeno per i prossimi cinque anni, finchè terminerà la legislatura e, con essa, svanirà il Suo preziosissimo scudo spaziale. Converrà con me, Signor Presidente, che nella causa civile che Lei mi ha intentato la conclusione di quelle indagini sarebbe comunque decisiva per valutare la mia posizione: sia che le accuse di Campanella trovino conferma, sia che trovino smentita, sarebbe difficile sostenere che io non abbia esercitato il mio diritto-dovere di cronaca, segnalando ai cittadini una vicenda di così bruciante attualità e interesse pubblico. Detta in altri termini: non vorrei che la causa civile da Lei intentatami si concludesse prima delle indagini sul caso Campanella-Villabate, magari in conseguenza del blocco di quel procedimento per via del Lodo Alfano. Essere condannato a versarle 1 milione o anche 1 euro, e poi scoprire a cose fatte di aver avuto ragione, sarebbe per me estremamente seccante.

L’altro giorno, con nobile gesto, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha rinunciato preventivamente al Lodo, dando il via libera al processo che lo vede imputato per diffamazione ai danni del pm Henry John Woodcock. Mi rivolgo dunque a Lei, e alla prima carica dello Stato che quel Lodo ha così rapidamente promulgato, affinchè rassicuriate noi cittadini su un punto fondamentale: o ritirate le vostre denunce penali e civili finchè sarete protetti dallo scudo spaziale, oppure rinunciate preventivamente al Lodo in ogni eventuale processo che potesse eventualmente influenzare, direttamente o indirettamente, l’esito di quelle cause. In attesa di un Suo cortese riscontro, porgo i miei più deferenti saluti.

28 luglio, 2008 16:01  

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