10 gennaio 2007

Eleonora De Pimentel Fonseca




Tratto da wikipedia:

"Eleonora De Fonseca Pimentel (Roma, 13 gennaio 1752 - Napoli, 20 agosto 1799)
Di origine portoghese ma cresciuta a Napoli, la De Fonseca Pimentel fu una delle figure più rilevanti, nel 1799, della breve esperienza della Repubblica Partenopea, che si chiuderà, per la Pimentel, con la condanna a morte.
La Pimentel nacque a Roma da una famiglia nobile portoghese originaria di Braganza. La sua famiglia si trasferì, pochi anni dopo la sua nascita, a Napoli a causa della rottura dei rapporti diplomatici fra il Regno del Portogallo e lo Stato della Chiesa.
La Pimentel fu una bambina precocissima, fin dall’infanzia scriveva poesie e leggeva correntemente il latino e il greco, tanto da essere ammessa alle Accademie del Filateti e dell’Arcadia. Buona parte della sua opera letteraria è rappresentata da voluminosi scambi di lettere con altri letterati. Le sue capacità colpirono in specie il Metastasio.
Nel 1777 si sposò con un ufficiale dell’esercito napoletano, ma l’unico figlio muore ancora nella prima infanzia e, nel febbraio 1795, rimane vedova.
A partire dagli anni ’90 si dedica con passione agli studi di giurisprudenza ed economia, avvicinandosi agli ambienti massoni. Tale contatti le valsero l’accusa di giacobinismo, che nell’ottobre del 1798 la condusse in carcere.
Dopo pochi mesi, tuttavia, nel gennaio 1799, è liberata all’arrivo delle truppe francesi. Diventa allora una delle protagoniste della vita politica della Repubblica Partenopea anche grazie ai suoi interventi dalle pagine del giornale Monitore Napoletano.
La fine della effimera esperienza repubblicana e il ritorno dei Borboni comportò per la Pimentel l’arresto e la condanna, inizialmente all’esilio perpetuo, poi alla pena capitale che fu eseguita, nella piazza del mercato di Napoli, il 20 agosto 1799."

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Ho appena finito di leggere il libro di Maria Antonietta Macciocchi (“Cara Eleonora”, Ed. Rizzoli, 1996), dopo avere già letto anche “Il resto di niente” di Enzo Striano (Ed. Rizzoli, 2001) sulla vita di Eleonora Pimentel Fonseca e sulla triste vicenda della breve Repubblica Napoletana.
Sabato scorso, a Napoli, ho omaggiato la tomba dell’ammiraglio Francesco Caracciolo, ubicata nella chiesa di S. Maria della Catena a S.Lucia e poi ho sostato sul pianerottolo del 3° piano dell’edificio dove Donna Eleonora lavorò per tre anni alla redazione del “Monitore Napolitano”.

Inutile dire che sono innamorato folle della figura dell’eroica intellettuale Eleonora.

La sua vita ed i valori imperituri di libertà, giustizia, democrazia, fratellanza che propugnava dalle pagine del suo giornale sono UN ESEMPIO PER TUTTI GLI ITALIANI e dovrebbe essere insegnata a scuola, per creare una nuova ed orgogliosa generazione di italiani, aperti al mondo, amanti della cultura e solidali, come lo furono fino all’ultimo istante di vita i valorosi repubblicani napoletani contro la ferocia dei Borboni e dei Sanfedisti.
Per saperne di più ho inserito un nuovo link (http://www.repubblicanapoletana.it/) dove si possono anche leggere tutti i numeri del Monitore ed altro.

DIARIO PERSONALE

Oggi è primavera, finalmente! Oggi riprendo le lezioni di inglese, uff…

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1 Comments:

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